giovedì 26 dicembre 2013

ANTIPSICHIATRIA
(PARTE SETTIMA)

"La psichiatria raccoglie in sé alcune funzioni di controllo sociale che hanno poco a che vedere con la cura della sofferenza o la risoluzione dei problemi generati da malessere esistenziale e conflitto nelle relazioni. L’intervento della psichiatria è un intervento totalitario e giustifica la sua natura autoritario-paternalistica con pretesti scientifici che provocano danni spesso irreparabili. La vera natura della psichiatria presenta aspetti polizieschi di controllo di matrice inquisitorio-moralistico-religiosa, volta a mettere fuori uso le persone scomode, a incarcerare, omologare, spaventare, asservire, mercificare. Lo psicofarmaco è lo strumento principe con cui vengono operati l’occultamento e la contenzione dei conflitti attraverso il depotenziamento delle facoltà fisiche e mentali dell’individuo con la lobotomia chimica obbligatoria e altri tipi di alterazioni psicofisiche profondamente distruttive ma apparentemente innocue. Lo psicofarmaco e la macchina psichiatrica sono anche un grande business sia per le industrie farmaceutiche sia per il mercato del lavoro. Tentare di risolvere i conflitti con le droghe non ha alcun senso; i risultati devastanti sono facili da riconoscere e sono sotto gli occhi di tutti" (Paola Minelli)

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