giovedì 10 gennaio 2013

ANTIPSICHIATRIA
(PARTE SECONDA)

Sicilia, 2007:un viaggio dentro strutture psichiatriche e psichiatria della durata di quasi due ore, le quali almeno per quanto mi riguarda "scivolano via" grazie ad un ritmo mai noioso e ad un linguaggio fluido, semplice e diretto. Dall'autoritario svolgimento delle pratiche di "cura" al loro carattere discriminatorio, dalla critica sull'esistenza della malattia mentale al "Trattamento sanitario obbligatorio" (che non dovrebbe mai essere attuato, legalmente o meno che sia), alla cultura capitalista e/o comunque fondata sul dominio dell'uomo sull'uomo della quale la psichiatria ne è sia l'ovvia appendice, sia l'altrettanto ovvia sostenitrice...A seguire, una parte di scritti che negli ultimi tempi ho "racimolato in giro" (gli altri li pubblicherò più avanti), un approfondimento sul suddetto T.S.O. tramite scheda (pubblicata alla "fonte" qualche anno fa, ma suppongo sia ancora attuale) ed un video al riguardo con una testimonianza di una donna che (in un piacevole "romano verace") prese parola al "Mad Pride" (Mad=pazzo) di Milano (2011), del quale comunque non so nè da chi e come è stato organizzato, nè il modo in cui si è svolto, nè la durata. Consiglio infine di vedere i due documentari "Senza ragione" e "Code di lucertola".

A.




UN MESSAGGIO DI SPERANZA AI SOPRAVISSUTI DELLA PSICHIATRIA 


Se potete pubblicare sul sito antipsichiatrico il mio messaggio alle persone che ancora sono dentro a questo orribile tunnel...un metodo per sfuggire c'è...sembra ridicolo ma io racconto la mia storia personale. Mi sono dovuta nascondere per anni, scappando da una città all'altra, pur di non essere braccata dalle siringhe e dalle pillole misteriose dei medici mi sono improvvisata un giorno barista, un mese impiegata, un altro anno commessa..ho chiuso i contatti anche con i miei famigliari, perchè i parenti purtroppo sono la prima scorciatoia che i medici usano per farti rientrare dentro il circolo vizioso, giocando sull'ignoranza e sul posto appunto che conservano di lavoro, basta una semplice telefonata a casa tua da uno di questi mercenari, anche mentre tu sei a comperarti in quel momento un cd o fare la spesa, che ti ritrovi negli abissi degli psicofarmaci. Rischiare è l' unica cosa, ma è un rischio che ne vale la pena...se si smettono i farmaci di colpo, non abbiate timore...non c' è tortura peggiore che una convulsione da farmaco ogni 10 giorni e bava alla bocca. Piuttosto che alzarsi alla notte e sognare ancora questi vampiri che ti tengono con la forza per infilarti aghi nelle braccia...non è importante se nessuno sa dove siete, no lo sapevano comunque nemmeno prima...qua fuori non siamo soli, in verità ci sono tanti di quei sopravvisuti che girano che nemmeno lo possiamo immaginare, ma questo non importa, la cosa che importa è che più lottiamo per combattere la psichiatria più lei vince...il buio l' abbiamo già visto per tanti anni, non resta che ritrovare la luce...qualunque cosa vi inventate, andrà sicuramente bene, perchè lontano dagli psichiatri tutto torna profumare di muschio bianco.

"IL DIRITTO ALLA FOLLIA"

(...FINCHE' IL "MEDICO" LE CHIESE SE RITENESSE DI ESSERE STATA AIUTATA)


Paziente:No, non lo penso. "Medico":Che tipo di trattamento ha ricevuto qui? Paziente:Lobotomia e terapia di shock. "Medico":Pensa che le siano state d'aiuto oppure che abbiano rappresentato soltanto una tortura? Paziente:Penso che siano state una tortura.(...) Farei molto meglio se l'ospedale mi liberasse. "Medico":Cosa intende quando dice mi liberasse? Paziente:Beh (...) Non sei mai veramente libera. "Medico":Ma se lei rimanesse qui con una posizione di lavoro, sarebbe libera di andare e venire secondo gli orari. Sarebbe esattamente come un lavoro. Paziente:No. Voi continuereste a controllarmi, se rimanessi qui. "Medico":Intende dire che noi qui controlliamo la sua mente? Paziente:Voi potete non controllare la mia mente, ma io in realtà non possiedo una mente mia. "Medico":Cosa direbbe se le offrissimo una posizione di lavoro a...? Sarebbe libera in quel caso? E' un posto molto lontano da qui. Paziente:Qualunque posto avrebbe la stessa struttura di questo. Non sei mai veramente libera; sei sempre una paziente e chiunque sia, che lavori con te, ne è al corrente. E' difficile sfuggire al controllo dell'ospedale. "Medico":Questa è la dichiarazione più paranoica che abbia mai sentito.

(OVVIAMENTE, LA PAZIENTE NON FU MAI DIMESSA)


CHE COS'E' IL T.S.O.


Il Trattamento sanitario obbligatorio è l'erede della coazione e della violenza che ha sempre contraddistinto fin dalla nascita la "scienza psichiatrica", la quale fonda la sua azione sull'uso della forza per piegare coloro che non si vogliono sottomettere a determinate diagnosi/etichette e (mal) trattamenti. La legislazione italiana, infatti, dopo lo smantellamento delle strutture manicomiali, ha mantenuto ciò che ne costituiva le fondamenta:il trattamento coatto. Di seguito, quindi, una sintesi schematica delle procedure e dei "diritti" che regolano il T.S.O. in modo tale da renderlo maggiormente conoscibile, ma come già detto rimane comunque di per sè un abominio che un individuo possa esservi sottoposto, e tali "diritti" possono essere interpretati come principio di libertà soltanto da chi, offuscato e a capo chino, pensa che libertà significhi che vi sia sempre qualcuno o qualcosa che in cambio di qualche zuccherino per noi e di noi in un modo o nell'altro decida, zuccherino che altro non è che, appunto, il cosiddetto "diritto":dal sistema si dipende, dal sistema si accattona...


"SCHEDA"


COSA E' - Ricovero psichiatrico coatto (contro la nostra volontà). CHI LO DISPONE - Il sindaco del comune di residenza o presso cui ci si trova. CHI LO PROPONE - Un medico (non importa se psichiatra o meno, appartenente alla struttura pubblica o privato). CHI LO CONVALIDA - Un medico operante nella struttura sanitaria pubblica (spesso l'ufficiale sanitario). QUANDO PUO' ESSERE FATTO - Quando i due medici di cui sopra dichiarano che la persona è affetta da alterazioni psichiche tali da doversi attivare urgenti "interventi terapeutici" (vedi imprigionamento e/o imbottimento di psicofarmaci), che la stessa rifiuta tali interventi, che non esistano alternative extraospedaliere al ricovero. CHI VIGILA - Il giudice tutelare competente nel territorio del comune che ha disposto il T.S.O. (generalmente operante presso le preture). A lui il sindaco deve inviare, entro 48 ore dalla firma, il provvedimento corredato dalle certificazioni mediche. Il giudice tutelare, assunte le informazioni del caso può convalidare o non convalidare il ricovero. DOVE PUO' ESSERE EFFETTUATO IL RICOVERO - Solo presso i reparti psichiatrici istituiti negli ospedali civili.QUANTO DURA - Sette giorni, rinnovabili con provvedimento del sindaco su proposta del primario del reparto psichiatrico. CHI VIGILA SUL RINNOVO DEL T.S.O. - Il giudice tutelare. A lui il sindaco manda il provvedimento di proroga del T.S.O. per la convalida. CHE "DIRITTI" ABBIAMO - 1. Possiamo avere la notifica del provvedimento di T.S.O. In assenza di questa notifica nessuno può obbligarci a seguirlo o ad assumere terapie (esclusi i casi di comportamenti penalmente rilevanti e i casi in cui si ravvisano gli estremi dello stato di necessità) 2. Possiamo presentare ricorso avverso al T.S.O. al sindaco che lo ha disposto. Questo ricorso può essere proposto anche da chi ne ha interesse (familiari, amici, associazioni). Per ridurre i tempi conviene inviarne una copia al giudice tutelare, specie se il ricorso parte entro le prime 48 ore dal ricovero (quando presumibilmente lo stesso non ha ancora convalidato il provvedimento) 3. Possiamo avanzare richiesta di revoca al tribunale, chiedendo la sospensione immediata del T.S.O. e delegando, se vogliamo, una persona di nostra fiducia a rappresentarci al processo 4. Possiamo scegliere, ove possibile, il reparto presso cui essere ricoverati 5. Abbiamo diritto di conoscere le terapie che ci vengono somministrate e di poter scegliere fra una serie di alternative; 6. Possiamo comunicare con chi riteniamo opportuno 7. Abbiamo diritto di essere rispettati nella nostra dignità psichica e fisica (c'è da "ridere":una contraddizione in termini, n.d.r.). Anche se sottoposti a T.S.O. nessuna contenzione fisica può esserci applicata, se non in via eccezionale e per il tempo strettamente necessario alla somministrazione della terapia. Gli atti di contenzione di natura punitiva sono reati penalmente perseguibili 8. Possiamo dettare nella nostra cartella clinica ogni informazione riguardante il nostro stato di salute e i trattamenti che riceviamo 9. Possiamo conoscere i nomi e la qualifica degli operatori del reparto (essi devono indossare cartellini di riconoscimento).



Nessun commento:

Posta un commento