ANTIPSICHIATRIA (PARTE SECONDA) Sicilia, 2007:un
viaggio dentro strutture psichiatriche e psichiatria della durata di
quasi due ore, le quali almeno per quanto mi riguarda "scivolano
via" grazie ad un ritmo mai noioso e ad un
linguaggio fluido,
semplice e diretto.
Dall'autoritario svolgimento delle pratiche di "cura" al
loro carattere discriminatorio,
dalla critica sull'esistenza della malattia mentale al
"Trattamento sanitario obbligatorio" (che
non dovrebbe mai essere attuato, legalmente o meno che sia),
alla cultura capitalista e/o comunque fondata sul dominio
dell'uomo sull'uomo della quale la psichiatria ne è sia l'ovvia
appendice, sia l'altrettanto ovvia sostenitrice...A seguire, una
parte di scritti che negli ultimi tempi ho "racimolato in
giro" (gli altri li pubblicherò più avanti), un
approfondimento sul suddetto T.S.O. tramite scheda (pubblicata alla
"fonte" qualche anno fa, ma suppongo sia ancora attuale) ed
un video al riguardo con una testimonianza di una donna che (in
un piacevole "romano verace") prese parola al "Mad
Pride" (Mad=pazzo) di Milano (2011), del quale comunque non so
nè da chi e come è stato organizzato, nè il modo in cui si è
svolto, nè la durata. Consiglio infine di vedere i due
documentari"Senza ragione" e "Code di lucertola".
A.
UN
MESSAGGIO DI SPERANZA AI SOPRAVISSUTI DELLA PSICHIATRIA
Se
potete pubblicare sul sito antipsichiatrico il
mio messaggio alle persone che ancora sono dentro a questo orribile
tunnel...un
metodo per sfuggire c'è...sembra ridicolo ma io racconto
la mia storia personale.
Mi sono dovuta nascondere per anni, scappando
da una città all'altra,
pur di non essere braccata dalle siringhe e dalle pillole misteriose
dei medici mi sono improvvisata un
giorno barista, un mese impiegata, un altro anno commessa..ho
chiuso i contatti anche con i miei famigliari, perchè i parenti
purtroppo sono la prima scorciatoiache
i medici usanoper
farti rientrare dentro il circolo vizioso, giocando
sull'ignoranzae
sul posto appunto che conservano di lavoro, basta
una semplice telefonata a casa tua da uno di questi mercenari,
anche mentre tu sei a comperarti in quel momento un cd o fare la
spesa, che ti ritrovi negli abissi degli psicofarmaci. Rischiare è
l' unica cosa, ma è un rischio che ne vale la pena...se si smettono
i farmaci di colpo, non
abbiate timore...non
c' è tortura peggiore che una convulsione da farmaco ogni 10 giorni
e bava
alla bocca.
Piuttosto che alzarsi alla notte e sognare ancora questi vampiri che
ti tengono con la forza per infilarti aghi nelle braccia...non è
importante se nessuno sa dove siete, no
lo sapevano comunque nemmeno prima...qua
fuori non siamo soli, in verità ci sono tanti di quei sopravvisuti
che girano che
nemmeno lo possiamo immaginare,
ma questo non importa, la cosa che importa è che più lottiamo per
combattere la psichiatria più lei vince...il buio l' abbiamo già
visto per tanti anni, non
resta che ritrovare la luce...qualunque
cosa vi inventate, andrà sicuramente bene, perchè
lontano dagli psichiatri tutto torna profumare di muschio bianco.
"IL
DIRITTO ALLA FOLLIA"
(...FINCHE' IL "MEDICO" LE CHIESE
SE RITENESSE DI ESSERE STATA AIUTATA)
Paziente:No,
non lo penso.
"Medico":Che tipo di trattamento ha ricevuto qui?
Paziente:Lobotomia
e terapia di shock.
"Medico":Pensa che le siano state d'aiuto oppure che
abbiano rappresentato soltanto una tortura? Paziente:Penso
che siano state una tortura.(...)
Farei molto meglio se l'ospedale mi liberasse. "Medico":Cosa
intende quando dice mi liberasse? Paziente:Beh (...) Non
sei mai veramente libera.
"Medico":Ma se lei rimanesse qui con una posizione di
lavoro, sarebbe libera di andare e venire secondo gli orari. Sarebbe
esattamente come un lavoro. Paziente:No. Voi
continuereste a controllarmi,
se rimanessi qui. "Medico":Intende dire che noi qui
controlliamo la sua mente? Paziente:Voi potete non controllare
la mia mente, ma io in realtà non possiedo una mente mia.
"Medico":Cosa direbbe se le offrissimo una posizione di
lavoro a...? Sarebbe libera in quel caso? E' un posto molto lontano
da qui. Paziente:Qualunque posto avrebbe la stessa struttura di
questo. Non sei mai veramente libera; sei
sempre una paziente e chiunque sia,
che lavori con te, ne è al corrente. E'
difficile sfuggire al controllo dell'ospedale.
"Medico":Questa è la dichiarazione più paranoica che
abbia mai sentito.
(OVVIAMENTE,
LA PAZIENTE NON FU MAI DIMESSA)
CHE
COS'E' IL T.S.O.
Il Trattamento
sanitario obbligatorio è
l'erede della coazione e della violenza che ha sempre contraddistinto
fin dalla nascita la "scienza psichiatrica", la
quale fonda la
sua azione sull'uso della forza per
piegare coloro che non si vogliono sottomettere a determinate
diagnosi/etichette e (mal) trattamenti. La legislazione
italiana, infatti, dopo lo smantellamento delle strutture
manicomiali, ha mantenuto ciò che ne
costituiva le fondamenta:il
trattamento coatto.
Di seguito, quindi, una sintesi schematica delle procedure e
dei "diritti" che regolano il T.S.O. in modo tale da
renderlo maggiormente conoscibile, ma come
già detto rimane comunque di per sè un abominio che
un individuo possa esservi sottoposto, e tali "diritti"
possono essere interpretati come principio di libertà soltanto
da chi, offuscato
e a capo chino,
pensa che libertà significhi che vi sia sempre qualcuno o
qualcosa che in cambio di qualche zuccherino per noi e di noi in un
modo o nell'altro decida, zuccherino che altro non è che,
appunto, il cosiddetto "diritto":dal
sistema si dipende, dal sistema si accattona...
"SCHEDA"
COSA
E'- Ricovero
psichiatrico coatto (contro la nostra volontà).CHI
LO DISPONE-Il
sindaco del comune di residenza o presso cui ci si trova. CHI
LO PROPONE- Un
medico (non importa se psichiatra o meno, appartenente alla struttura
pubblica o privato). CHI
LO CONVALIDA-Un
medico operante nella struttura sanitaria pubblica (spesso
l'ufficiale sanitario).QUANDO
PUO' ESSERE FATTO-Quando
i due medici di cui sopra dichiarano che la persona è affetta da
alterazioni psichiche tali da doversi attivare urgenti "interventi
terapeutici" (vedi imprigionamento e/o imbottimento di
psicofarmaci), che la stessa rifiuta tali interventi, che non
esistano alternative extraospedaliere al ricovero.CHI
VIGILA-Il
giudice tutelare competente nel territorio del comune che ha disposto
il T.S.O. (generalmente operante presso le preture). A lui il sindaco
deve inviare, entro 48 ore dalla firma, il provvedimento corredato
dalle certificazioni mediche. Il giudice tutelare, assunte le
informazioni del caso può convalidare o non convalidare il
ricovero. DOVE
PUO' ESSERE EFFETTUATO IL RICOVERO- Solo
presso i reparti psichiatrici istituiti negli ospedali civili.QUANTO
DURA- Sette
giorni, rinnovabili con provvedimento del sindaco su proposta del
primario del reparto psichiatrico.CHI
VIGILA SUL RINNOVO DEL T.S.O.- Il
giudice tutelare. A lui il sindaco manda il provvedimento di
proroga del T.S.O. per la convalida. CHE
"DIRITTI" ABBIAMO-1.Possiamo
avere la notifica del provvedimento di T.S.O. In assenza di
questa notifica nessuno può obbligarci a seguirlo o ad assumere
terapie (esclusi i casi di comportamenti penalmente rilevanti e i
casi in cui si ravvisano gli estremi dello stato di
necessità)2.Possiamo
presentare ricorso avverso al T.S.O. al sindaco che lo ha disposto.
Questo ricorso può essere proposto anche da chi ne ha interesse
(familiari, amici, associazioni). Per ridurre i tempi conviene
inviarne una copia al giudice tutelare, specie se il ricorso parte
entro le prime 48 ore dal ricovero (quando presumibilmente lo stesso
non ha ancora convalidato il provvedimento)3.Possiamo
avanzare richiesta di revoca al tribunale, chiedendo la sospensione
immediata del T.S.O. e delegando, se vogliamo, una persona di
nostra fiducia a rappresentarci al processo4.Possiamo
scegliere, ove possibile, il reparto presso cui essere
ricoverati 5.Abbiamo
diritto di conoscere le terapie che ci vengono somministrate e di
poter scegliere fra una serie di alternative; 6. Possiamo comunicare
con chi riteniamo opportuno7.Abbiamo
diritto di essere rispettati nella nostra dignità psichica e
fisica (c'è
da "ridere":una contraddizione in termini, n.d.r.). Anche
se sottoposti a T.S.O. nessuna contenzione fisica può esserci
applicata, se non in via eccezionale e per il tempo strettamente
necessario alla somministrazione della terapia. Gli atti di
contenzione di natura punitiva sono reati penalmente
perseguibili8.Possiamo
dettare nella nostra cartella clinica ogni informazione riguardante
il nostro stato di salute e i trattamenti che riceviamo9.Possiamo
conoscere i nomi e la qualifica degli operatori del reparto (essi
devono indossare cartellini di riconoscimento).
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