lunedì 30 aprile 2012


 FINE ANNI '90 

A Piombino, città toscana dominata come tutte dal parassitismo, l'ignoranza, l'effimero,  il menefreghismo, il consumo, la noia ma  anche e soprattutto dal quotidiano ed orribile inquinamento e sfruttamento della fabbrica/acciaieria/mostro devastante "Lucchini", si formano i Prolet Kult, un gruppo purtroppo vissuto poco...Suonano in occasioni sporadiche intrufolandosi nelle minime situazioni che il loro territorio in un certo senso "offre" come ad esempio in Corso Italia, strada che percorre il centro cittadino fino al mare, dove ragazzi e ragazze sfoggiano i vestiti di marca migliori camminando su e giù parlando di stupidaggini mentre respirano con indifferenza quell'aria appestata che uccide in silenzio...E siamo a cavallo fra il 1998 ed il 1999, ovvero il periodo in cui la guerra nell'Ex-Jugoslavia raggiunge il suo apice e dove il governo D'Alema opera (nel contesto del terrorismo legale N.A.T.O.) con il solito consenso silenzioso della popolazione che gli lecca le suole assopita come sempre da talk-show, imprese calcistiche ed altre amabilissime stronzate...E intanto dalle basi italiane partono gli aerei che vanno a sganciare le bombe, e in quelle terre si muore. Si crepa saltando in aria, si crepa dalla paura, si cammina fra i cadaveri, si viene oppressi e stuprati, malmenati, ridicolizzati, mutilati, feriti, derubati. Si piange fino alle convulsioni e non si può dormire. E' la guerra. I territori sono conquistati dagli eroi hollywoodiani della coalizione che portano la "Pace" seminando pura devastazione...E le acque e le terre saranno inquinate per decenni. Gli acquedotti, ma anche i corsi naturali ed i campi. Tutto è sotto il controllo di divise che contengono burattini al servizio dell'economia delle multinazionali e delle prodezze coloniali del mondo moderno. Filo spinato, camionette, posti di blocco continui, fucili... Piombino allora si collega a quelle popolazioni tramite un grido di denuncia, breve ma forte ed intenso. Dalla città dell'acciaio e del marcio dei polmoni e delle menti, dalla città di chi sostiene l'odio e la distruzione vivendo come un automa a chi quell'odio e quella distruzione li ha subiti e se li porterà comunque dietro per sempre...A me i Prolet Kult hanno fin da subito attratto (non scrivo della situazione in cui li ho conosciuti e visti suonare perchè dovrei giustamente farlo come merita e sarebbe una roba troppo lunga), pur se per alcune cose non mi ci sarei trovato sicuramente in perfetta sintonia, ma per tutto il resto sono stati qualcosa di importante, uno squarcio nel silenzio di una città profondamente malata. Michele, l'ex-cantante, mi regalò ai tempi una loro cassetta senza titoli nè copertina, ma solo contenente 9 tracce registrate in una stanzetta...Ora questi pezzi passano su Cd e li distribuirò come meritano. Perchè a Piombino qualcuno ha gridato, anche se nelle orecchie ovattate della gente comune c'è più merda che in un cesso senza sciacquone usato un mese di fila...Il Cd costa un Euro e finalmente giorni fa sono anche riuscito a trovare i suddetti titoli contattando Luca (l'ex-bassista che per l'occasone ha scritto le righe di cui sotto), anche se solo 7 su 9...Ma non importa. Ciò che veramente conta è quello che c'è dentro e che viene sputato fuori:paranoie, rapporti umani falsi, amore represso, cielo cupo, odore aspro di ferraglia inutile e serpentine elettriche di fili lasciati scoperti...Merda del capitale in uso e disuso. E adesso i Prolet Kult in un certo senso rivivono.

A. (2008/2012)
 (attaccoanarcopunk@hotmail.it) 

Il "Prolet Kult teatro e agitazione" nasce inizialmente per divertimento, qualche ragazzo nella noiosa Piombino cerca un diverso modo per passare il tempo e si mette a suonare, da totali dilettanti della musica fondiamo il gruppo, la cui intenzione non è principalmente di denuncia sociale ma piuttosto di reazione all'apatia di una città ammutolita dall'alienazione. E' stata una grandissima esternazione di energie stagnanti. I testi erano degli affreschi di stati mentali e situazioni pregne di paranoie, frustrazioni, solitudini, ripetizioni e abitudini di una quotidiana piattezza. Se non fossimo nati a Piombino probabilmente non saremmo esistiti. Portavamo gli abiti di un certo filo-sovietismo, senza grandi convinzioni, era piuttosto una provocazione estetica. Comunque sia, il perno su cui roteava tutta la situazione erano i concerti dove il nostro amico Angelo (in arte Rancilio) si spogliava, a volte completamente nudo, dimenandosi come una bestia tra catene, icone, croci e urla, davanti a un pubblico avvolte glaciato, avvolte rapito, avvolte costernato (una volta ci hanno anche picchiato). Siamo durati circa tre anni in cui abbiamo esaurito le nostre possibilità, ci siamo bruciati da soli. Eravamo casinari e arrabbiati, ma solo sui palchi e non eravamo punk. Luca
Achtung:limite invalicabile.
Sorveglianza armata.
Raffiche di mitra su Pristina.
Non sorpassare la linea gialla.
Non sorpassarla...

 I PROLET KULT ERANO 
 Michele - Voce  Stefano - Chitarra
 Angelo - Danzeconvulseanticapitaliste
 Luca - Basso (batteria elettronica)

1 commento:

  1. Un gruppo che mi porterò sempre dentro... (Stefano - chitarra)

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