domenica 12 febbraio 2012


FOOD NOT BOMBS
(CIBO, NON BOMBE)

Il pugno chiuso è levato verso l'alto, ma nella mano viene stretta una carota. E' il simbolo di "Food not bombs", un movimento non-violento nato negli Usa nel 1980 a partire da un gruppo di persone che stavano lottando contro le centrali nucleari e il potere militare, e che conta gruppi di attivisti sparsi in tutto il mondo (dall'Europa al Giappone). Una delle principali attività di Food not bombs è servire cibo gratis, a partire da materie prime che provengono dall'enorme surplus prodotto nelle società occidentali. Ciascuno di noi butta via circa un centinaio di chili all'anno di cibo che potrebbe essere invece utilizzato in altro modo. Questo accade perchè molte derrate scadono prima che vengano acquistate, altre perdono freschezza nei frigoriferi solo perchè molta gente tende istintivamente a creare delle riserve.

Non solo:a causa di un'offerta varia, presente 24 ore su 24 e invadente, si tende a comperare molto di più di quanto sia necessario e di quanto ci si possa effetti permettere. In compenso, anche nelle nostre grandi città, ci sono numerose persone che soffrono a tutti gli effetti la fame in molti casi periodicamente, in alcuni cronicamente. Food not bombs prepara e serve cibo per le strade, nei parchi o durante concerti e manifestazioni come forma pratica di sostegno. Food not bombs è diversa da altre realtà di "aiuto" dall'approccio caritatevole come possono essere ad esempio quelle meschine legate all'apparato clericale, che portano avanti le loro attività con un fine propagandistico e puramente simbolico, poiché allo stesso tempo rappresentano quel potere che affama, sfrutta, mente e opprime. Food not bombs non ha niente a che vedere né a che fare con istituzioni di alcun tipo e rifiuta totalmente queste bieche interpretazioni, comunque strettamente legate al concetto stesso di carità. Come detto, esiste una elevata esigenza di cibo (dunque fame) anche in paesi apparentemente ricchi nei quali una enorme quantità di alimenti viene sprecata per ragioni commerciali ed economiche, quali per esempio quella di eliminare le sovrapproduzioni di frutta e verdura solo per fare in modo che ci sia sempre meno merce di quella che viene potenzialmente richiesta (il che permette di tenere alti i prezzi). I gruppi agiscono in modo autonomo e indipendente, ma ci sono alcuni principi di unità: IL RICICLO DEL CIBO - La materia prima viene recuperata da negozi, magazzini, produttori che altrimenti se ne sbarazzerebbero (per esempio perché scade dopo due giorni, oppure perché il prodotto non raggiunge gli standard di qualità desiderati per essere venduto al suo prezzo abituale). LA RELAZIONE TRA LE PERSONE CHE VI PARTECIPANO - Food not bombs non riconosce il ruolo dei leader e include chiunque nel processo decisionale, che è basato sul metodo del consenso, non su quello della maggioranza, il che permette di risolvere eventuali conflitti e problemi attraverso il confronto, e non tramite la censura e la supremazia. NON VIOLENZA - Food not bombs parte dal presupposto che la nostra società è dominata dalla violenza e relega milioni di persone alla povertà, mentre pochi accumulano impressionanti quantità di ricchezza. Anche l'industria alimentare predica la violenza:provoca le sofferenze di milioni di animali, inquina la terra e l'acqua, ci fa ammalare, e permette lo spreco di tonnellate di cibo solo per assicurare profitti. USO, PREFERIBILMENTE, DI CIBO VEGANO O VEGETARIANO - Proprio per sottolineare la necessità di ripensare il nostro rapporto con le risorse naturali e con gli altri esseri viventi, cerca di recuperare cibo biologico e se possibile vegano (senza derivati animali) o vegetariano (senza carne). Questo però senza esagerare, in quanto si ritiene che lo spreco è in ogni caso molto peggio. Lo spauracchio della carenza di cibo, che è sempre stato utilizzato per giustificare metodi di produzione violenti per l'uomo, gli animali e la natura, è falso. L'umanità può vivere con molto meno di quanto consuma ora. La fame dipende soltanto dalle scelte di organizzazione economica. Il mondo produce infatti abbastanza cibo per sfamare l'intera popolazione, se distribuito equamente. Esiste un abbondanza di cibo. In America, ad esempio, ogni giorno ed in ogni città viene scartata un'enorme quantità di alimenti che sarebbe sufficiente a risolvere i problemi di coloro che non ne hanno abbastanza. Prima che il cibo arrivi sulla tavola, viene prodotto e lavorato da industrie e aziende, che ne scartano un'ingente quantità per assurde ragioni commerciali ed economiche. In ogni città, infatti, almeno il 10% dei rifiuti solidi è costituito da alimenti scartati ed è incredibile se si pensa che ogni anno mediamente si eliminano 23 miliardi di kg di cibo, circa 100 kg a persona. Per recuperare questo cibo  utilizzabile per sfamare le persone, occorrono 3 elementi fondamentali:il primo consiste nel raccogliere gli alimenti, in secondo luogo prepararli in modo tale da poterli consumare con facilità, e, infine, il cibo deve essere reso accessibile alla gente da sfamare. Il motivo per cui ciò non viene attuato è caratterizzato dal fatto che all'interno della nostra società è una cosa normale l'arricchirsi a danno dei poveri. Oltre ad invitare al recupero del cibo sprecato, Food not bombs sostiene il vegetarismo:se tutti gli individui fossero vegetariani, si potrebbe utilizzare il terreno destinato agli allevamenti per coltivare colture vegetali aumentando cosi' la mole di cibo utile a sfamare l'intera popolazione mondiale...Inoltre, la maggior parte degli allevamenti utilizza sostanze nocive sia alla salute umana che all'ambiente, dunque il vegetarianismo rappresenta una scelta saggia sia da un punto di vista salutare che ambientale. Food not bombs sostiene totalmente la propria lotta contro il militarismo per mezzo di dimostrazioni ed eventi atti a sensibilizzare le altre persone. Nonostante Food not bombs attinga le risorse da distribuire da piccoli commerci locali, svolge comunque una buona ed utile attività al fine di evitare lo spreco sconsiderato di cibo.

Nessun commento:

Posta un commento