venerdì 4 maggio 2012

INTERVISTA AI LE TORMENTA
(Pubblicata originariamente su carta nel Novembre del 2007, in seguito su morire contro nel Novembre del 2009)

In primavera pubblicai un post per propagandare gli ultimi (non in senso definitivo) due numeri della mia ultra-lenta-fanza Disordine (#6 e #7), sottolineando che le 5 interviste contenute in entrambe (Kontatto, Disforia, Pioggia Nera, Tetano, Le Tormenta) le avrei lasciate su carta non pubblicandole qui sul blog (per validi motivi che adesso non starò a ripetere) anche se allo stesso tempo quantomeno per un paio di esse ero tentato di farlo...Adesso, invece, ho deciso di pubblicarne una, ovvero quella ai Le Tormenta (alla quale risposero solo Enrico ed Ezio) del #7, uscito esattamente due anni fa e distribuito in giro pochissimo (se non sbaglio neanche 40 copie, che schifo!)...E questo perchè sono un gruppo che, pur se musicalmente non mi fa impazzire, comunque apprezzo (uno dei pochissimi che apprezzo) e, ovviamente, anche perchè quest'intervista risultò molto interessante, e ritengo quindi giusto che abbia il suo spazio "extra" su Morire contro (non me ne vogliano gli altri, per questa "priorità" ai forlivesi, ma anche se fosse amen)...Cosi', mi son messo a ricopiarla fino quasi al rattrappimento dita, ma ne vale comunque sempre la pena, per queste cose..."Buona lettura", quindi, ed un saluto alla Romagna che si muove veramente.

Pace
Amore
Anarchia 

A.

"Non siamo un gruppo. Non nel senso comune del termine. Non suoniamo musica.Nessuno di noi conosce il pentagramma. Non siamo scrittori ne tanto meno poeti. Eppure produciamo rumore e le nostre parole potrebbero toccare qualcuno nella parte più profonda. La necessità di poter comunicare intensamente le nostre emozioni e le nostre idee ci ha portati a questo. Non vogliamo essere innovativi ne tanto meno alla moda, ciò che vogliamo è ben altro, non possiamo fermarci a cose così banali. Né abbiamo la presunzione di avere la verità in mano. Semplicemente ciò che siamo. Sicuramente non è il modo più appropriato di porre noi stessi:mediante musica distorta e violenta e con parole crepate in gola…Ma il nostro impeto vitale al momento è incontrollabile. Noi siamo vivi. E dobbiamo dimostralo. Cinque persone con personalità diverse che cercano di tessere un filo conduttore unico, molto sottile ma con dentro un pò di ognuno. Sudato e grezzo, ma dannatamente sincero. Ci riteniamo un gruppo politicizzato eppure nessuno di noi è iscritto ad alcun partito o supporta alcun partito di massa. Quel che per noi è politico è la gestione delle nostre vite e dei nostri pensieri...Si, siamo dentro un sistema a senso unico e potremmo sembrare incoerenti per questo (anche lo stesso fatto che usiamo internet) ma riteniamo che il modo migliore per attuare un cambiamento sia di farlo dall'interno, dalla base. E questa non è una posizione di comodo:dover sopportare il peso delle persecuzioni di chi il cambiamento non lo vuole non è certo piacevole. Ma più andiamo avanti e più gli attacchi diventano frequenti, e questo può voler dire solo una cosa. Siamo un pericolo. Una minaccia. Quel che poi fa più ridere è che facciamo paura perché siamo smisuratamente inclini all'amore. L'amore per la vita e per la sua difesa. L'amore fa incredibilmente paura...Le Tormenta non vogliono essere un semplice gruppo musicale e non vogliono essere artisti. Siamo persone, uomini non merce e denaro. Vogliamo comunicare e parlare. Ridere e scherzare. Vivere e morire… E i padroni di tutto questo dobbiamo essere solo noi".

Cominciamo in maniera scontatissima come qualsiasi intervista che non si rispetti, ovvero perchè il nome Le Tormenta, quando e come vi siete formati, influenze, e cosi' via... ENRICO:Ormai suoniamo insieme da cinque anni e siamo nati dalle ceneri di un gruppo in cui suonavamo prima io e Momello (il batterista), ovvero i Roid. Poi uno alla volta gli altri si sono aggiunti nel giro di poco tempo. Il primo nucleo includeva anche Cespo poi sostituito da Steno due anni fa. Il nome rappresenta l'intento del gruppo, il voler essere prima di tutto uno spunto di riflessione, le nostre idee.Inoltre è un omaggio ad una delle forze naturali più tremende. Che cosa vedete di negativo cosi' come di positivo nella cosiddetta "scena", e cosa quindi pensate che dovrebbe migliorare? ENRICO:Io nella scena non vedo mai nulla di eccessivamente negativo. Chi ha detto che debba essere per forza tutto "migliorabile"? Quel che per me è detestabile per un altro potrebbe essere perfetto. Quel che mi piace e'interagire al meglio con gli aspetti che reputo positivi e negativi, equilibrarmi in mezzo ad essi, coesistere con essi. Non solo nella scena punk ma in qualsiasi aspetto sociale.  Ovviamente se si parla in termini prettamente soggettivi in qualunque cosa si vedono cose buone e cose non buone, quindi mi piace pensare in termini più globali che non individuali. Per quel che mi riguarda la scena punk è perfetta cosi' com'è! Con tutti i suoi pregi e i suoi difetti! EZIO:Di solito vedo e sento positività nelle cose e mi sembra che, alla fine, non siamo messi cosi'male...O forse ho la fortuna di girare e frequentare (per più delle volte) posti "giusti". L'unica nota stonata,guardando quello che accade, e salta all'occhio, è (aime') l'assistere a sempre nuovi sgom beri di posti occupati ed autogestiti... Spiegatemi il significato che ha per voi il punk e l' "essere punk"... ENRICO:...Domandina di spessore! Essenzialmente ciò che io voglio è pensare con la mia testa, senza che fattori esterni influenzino le mie decisioni. Continuamente bombardati da mille messaggi che ti vorrebbero schiavo di un prodotto o di un modo di essere, ragionare e muoversi con i propri piedi e'la scelta più punk che si possa fare! Questo è un argomento molto vasto, ognuno ha il suo modo di concepire la cosa e ognuno ha il suo punto di vista, ma questa e'la vera forza di tutti gli "esseri punk"! Il confronto diretto e la discussione di ogni punto di vista diverso porta ad una crescita esponenziale degli individui. Il confronto è la vera forza del punk. EZIO:Il mio pensieroè alle parole di Enrico. Mi sento punk! Anche se a guardarmi bene do'l'impressione d'essere un vero fricchettone! Non restare indifferenti a guardare. Com'è la situazione dalle vostre parti? Dalla mentalità della gente e i loro approcci nei confronti delle iniziative anarchiche (e/o comunque nei confronti dell'anarchismo in generale), agli anarchici stessi e, non per ultimo, ai paesaggi e al cibo e al vino... ENRICO:Il romagnolo medio vanta fama di essere un gran testardo, poco avvezzo a cambiare idea se nella sua testa ci sono troppi principi ben radicati (...effettivamente anche io mi rispecchio in questo). L'opinione delle persone penso sia uguale dappertutto:non appena un qualcosa diventa troppo estremo (nel senso che esula da una linea piuttosto piatta di concepimento del vivere) viene demonizzata e considerata criminale. Il pensiero e la vita degli anarchici sono condannati ovunque...Qui in Romagna come nel resto d'Italia. Sono molto legato al territorio, ai paesaggi e in generale alla natura del luogo in cui sono nato. Fa tutto parte della mia vita per cui è per me indispensabile. Il cibo è buono, per lo meno, quello che mi cucino io è buono! Del resto al di fuori di casa mia frequento/iamo solo certo posti, in cui siamo sicuri di poter mangiare qualcosa! Anche qua (come in qualsiasi altro paese occidentale) l'alimentazione si basa su carne e derivati... Di vino bevo solamente quello che faccio io, e non e'male...Un pò forte ma buono! EZIO:Da quando mi sono avvicinato a certe tematiche e ho avuto il bisogno di esternarle non ho trovato niente che mi piacesse/soddisfacesse e cosi, assieme ad amici, è nata l'Equal Rights Forli' e con lei la voglia di portare la nostra voce. Poi, conoscendo gente e facendo cose, ho saputo che 25 anni fa Forli' aveva un be gruppo anarchico che si sbatteva parecchio...La gente qui non è più abituata alle iniziative in strada, dal canto nostro siamo sempre impegnati altrove e sul locale pecchiamo un pò, la voglia però è sempre tanta, quindi lasciamo aperte le porte e il confronto. Ma alla fine a me questa zona piace. Abbiamo montagne dietro e il mare davanti...Ma soprattutto molti amici con i quali condividere momenti folli e abbuffate indimenticabili! Domandone fiume:che cosa ne pensate della pornorgafia in quanto tale, non solo quindi di quella del mercato/business? E credete poi che ognuno sia libero di vivere in privato la propria sessualità in tutti i modi possibili (a parte ovviamente se un individuo costringe con la forza l'altro a fare cose che non vuole) giocando quindi anche ruoli particolari al limite della depravazione, oppure pensate che chi faccia questo non conduca una vita serena con se stesso (e quindi anche con gli altri) per non dire che ha dei grossi problemi? Si dice o si sente comunque dire (e forse non è neanche del tutto sbagliato) che il sesso rispecchi i desideri inconsci di un individuo e che quindi rifletta anche ciò che vuole davvero essere, quindi credete che ad esempio chi vuole dominare desidererebbe farlo anche nella sua esistenza? E del fatto che esistano donne che pur facendosi rispettare nella vita di tutti i giorni (combattendo le varie forme di sessismo) pensano che sia una cosa insita nella natura che il maschio domini a letto, che ne dite? ENRICO:Domanda torrente in piena! Altro che semplice fiume! Uno degli aspetti della sessualità che più intriga e stuzzica è il gioco:giocare con il proprio corpo e con quello dell'altra persona, studiarsi, conoscersi insieme. Ovviamente sempre con il massimo rispetto e con l'assenso di tutti i coinvolti. Lo stesso fatto di assumere ruoli diversi e provare cose strane fa sempre parte del gioco, e come tale non lo demonizzo. Se la cosa è vissuta bene e piace ad entrambi c'è solo di guadagnato ed è motivo di crescita personale. La stessa pornografia presa nel giusto modo e con le dovute misure può far parte della sessualità di una persona o di una coppia. Il problema della pornografia è che si tratta di una delle mille ramificazioni dei media, e in quanto tale va usata con coscienza ed intelligenza. Visto che si tratta di un mercato va considerato come tale (più c'è richiesta più se ne produce), con l'aggravante che si alimenta grazie alla vendibilità del corpo...E sappiamo che non appena è il lucro a dettare le leggi il rispetto diminuisce drasticamente. La dominazione maschile nella società contemporanea occidentale è una involuzione sociale iniziata non troppo tempo fa (considerando da quando l'uomo ha fatto la sua comparsa sulla terra). Nelle società tribali preistoriche il ruolo della donna era maggiore di quello dell'uomo, che aveva come unico "privilegio" il recupero de cibo (caccia, raccolta, agricoltura). Figli, casa, cucina, erano tutti compiti delle donne che rinvestivano anche il ruolo di capofamiglia. La discriminazione femminile è un prodotto di società più vicine ai giorni nostri, che vogliono la donna solamente come oggetto per la sola soddisfazione maschile, come corpo da esporre, come macchine per la creazione di figli, senza alcun ritegno per la persona. Maschilismo come dominazione è il prodotto di una società deviata, femminismo come resistenza è una logica conseguenza. EZIO:Condivido le parole di Enrico e non mi permetterei mai di giudicare una persona "depravata" o ancora peggio con "problemi" se ha costumi, stili di vita e piaceri diversi dai miei, sempre (come dici tu) tenendo ben lontano la costrizione di un essere vivente sull'altro. Sulla questione del dominio non saprei, non penso però che le cose siano collegate...Le costrizioni non piacciono a nessuno, "giocare" con il proprio corpo e con quello dell'altra persona, studiarsi, conoscersi INSIEME". Quali sono le vostre più grandi paure e/o comunque le cose che individualmente vi danno più fastidio? ENRICO:...Si continua con le domandine "leggerine"! Le mie piu'grandi paure...Si ne ho un pò, però visto che fanno parte della mia sfera più intima preferisco tenerle per me e avervi a che fare di volta in volta con le mie uniche forze. Se non sono da solo a combatterle me le porterò dietro per sempre...La cosa che ultimamente mi ha dato in assoluto più fastidio è che dal mio piccolo orticello mi hanno rubato una zucchina che stavo facendo andare a seme...Erano anni che non mi arrabbiavo cosi' tanto! Rubare mi sta bene, lo pratico anche io quotidianamente, però non agli sfigati che non hanno nulla (come me!)! Vedere sparita quella zucchina dopo tutto l'amore che ci eravamo scambiati mi ha fatto incazzare davvero tantissimo! EZIO:Di paure ce ne sono diverse (chi non ne ha...)...Una:L'UOMO. Come essere pensante e quindi capace di distruggere quello che quotidianamente viviamo. L'incapacità di reagire o il sentirsi troppo piccoli davanti alle avversità, sono alcune delle cose che mi danno decisamente "fastidio". Questo però non deve fermare la forza che abbiamo dentro nel resistere. Quanto e in che modo vi sentite vicini alla "Classe operaia"? Voglio dire:noi come anarchici desideriamo non le migliorie nel sistema bensi' l'abbattimento dello stesso, quindi se ad esempio vedete degli operai che scioperano o manifestano perchè una fabbrica chiude o altro ancora vi sentite al 100% con loro (e magari partecipate a certe situazioni) perchè quindi credete che se per adesso non vi è rivoluzione queste persone abbiano diritto comunque di mangiare e, quindi, di portare avanti però allo stesso tempo quello che odiamo, oppure preferite staccarvi radicalmente da tutto ciò? ENRICO:Io non mi reputo facente parte di alcuna classe, ne tanto meno mi sono mai visto come operaio. Questa suddivisione in caste sociali tipicamente sinistroide (ma anche anarchica) mi ha sempre dato molto fastidio. La diffusa certezza che,in quanto proletari (quindi lavoratori) si abbia diritto a certi privilegi. Privilegi che sono solo catene piu'resistenti e spesse di quelle che i poveracci già portano (esempio calzante:la dittatura proletaria). La mia critica va alla base di questa ideologia classista:io critico prima di tutto il lavoro, come schiavizzazione della persona e come ricatto per una vita "benestante" (chi non lavora non può permettersi casa, auto, famiglia, svaghi, etc.). La maggior parte delle persone vede nel lavoro l'unica possibilità per poter vivere:se non si lavora non si mangia...Bè io non la vedo assolutamente cosi'. Prima di tutto è la persona in quanto tale ad avere importanza, e non quello che può produrre. Il vero valore è quello delle emozioni, non degli oggetti. Inoltre il fatto che lo stato istituzionale incentivi lo sfruttamento mediante le sue leggi (la Repubblica basata sul lavoro...) è un motivo in più per non scendere al compromesso che ha come soggetto il lavoro. L'altra cosa che critico e'la mentalità che ha permesso di ampliare e mantenere questa suddivisione in classi. Se il gioco dei cosiddetti padroni è quello di creare un divario tra chi lavora e chi sfrutta, l'ideologia che vuole dare "potere" alla classe operaia aumenta questo divario. Attenzione però:non voglio che capitalisti e operai vadano a braccetto...Ci mancherebbe anche questa! Solo che fino a quando ci saranno divisioni e catalogazioni per le persone ci sarà anche chi saprà sfruttare e lucrare sulla cosa. EZIO:Sentendo parlare di fabbrica mi viene il collegamento diretto con il pensare e l'agire dei luddisti...Altri tempi però, da non dimenticare il periodo storico che stiamo vivendo...A pensarci bene sono molto lontano dalla lotta operaia, il mondo sta morendo e c'è chi pensa a lavorare...Ovviamente il piano è pensato molto bene e funziona alla grande! Se non lavori non mangi, dicono...Fate un giro all'ora di chiusura nei mercati ortofrutticoli o ancor meglio guardate nei campi di frutta dopo la raccolta stagionale (solo un piccolo esempio)...Questa società funziona proprio cosi':se non produci sei handicappato e non conti nulla. Assurdo e molto triste allo stesso tempo. In questo sistema ho deciso per ora di schierarmi dalla parte di quelli che non "producono niente" e cerco di divertire divertendomi. Credete fino in fondo nella contro-informazione, e quindi nel combattere pacificamente l'ignoranza generale per arrivare alla rivoluzione, oppure pensate che si giungerà ad un punto in cui dovremmo per forza di cose usare le armi per liberarci e quindi anche, nel caso, uccidere? Credete che si possa fare una cosa cosi' orribile in nome della libertà e comunque rispettate qualsiasi azione individuale da parte degli anarchici? Pacchi bomba ed altro ancora, ad esempio, e infine:credete che uno come Gaetano Bresci sia una sorta di "eroe" in tutto e per tutto? ENRICO:Il problema di cose come l'uso delle armi o le bombe per giungere a determinati fini è piuttosto complicato. Anzitutto voglio fare una piccola premessa:la rivoluzione per come intendo io è la sovversione di un ordine precostituito e l'instaurazione di una nuova società, magari migliore rispetto a quella soppiantata. Storicamente parlando nessuna rivoluzione (più o meno legittima o giusta) è mai stata rivoluzione buona. C'è sempre stato qualcuno che ha soppresso altri, indipendentemente dal fatto che siano state persone buone o cattive. La vera rivoluzione, quella che conta davvero, quella che ribalta veramente le cose è quella che avviene dentro di noi. Prima di tutto svincolandosi dai falsi parametri che l'educazione di massa imprime fin da piccoli, poi creando un proprio giudizio e una propria coscienza. Sembra facile e scontato ma la stragrande maggioranza delle persone e'solamente un pupazzetto che viene azionato a distanza da chi ne controlla i giudizi e i gusti. Una rivoluzione di massa, che possa influenzare positivamente chiunque è possibile solo attraverso una ripresa di coscienza individuale. Ora come ora una rivolta armata porta solamente altre tragedie sul piatto della bilancia, porta solamente dei padroni diversi a comandare. Il problema è pensare a cosa consegue dopo azioni di un certo tipo:sono azioni costruttive? Portano un reale cambiamento? Realizzano davvero un diversivo? Sono gesti casuali ,buttati al vento, non faranno nulla se non morire nel niente...Ogni cosa va analizzata in base a tantissimi fattori e generalizzare non mi sembra il caso. EZIO:Condivido le parole di Enrico, e ribadisco la rivoluzione interna di ognuno di noi,nella vita di tutti i giorni, nelle azioni quotidiane e nei compromessi che ogni giorno dobbiamo vivere. Solo cosi'saremo pronti un giorno a concretizzare un nuovo modo di vivere (un po'lo stiamo già facendo). Non ho nessuna verità in tasca, ma di alcune cose sono certo:siamo in troppi...Ma l'uomo con guerre ed epidemie si sta già portando avanti...Non penso si debba arrivare alle armi per forza, forse ha molta più efficacia osservare ed analizzare l'uomo, scoprendo le sue paure ad esempio...Ma la società (altri uomini) lo ha già fatto costringendo l'essere umano a lavorare 8 ore al giorno; non mi piacciono gli eroi e i grandi uomini, perchè sono spesso e volentieri visti irraggiungibili, ma amo tutt* quell* che, con le proprie forze, lottano per la libertà. Che mi dite di chi adopera tutta la sua vita solo in nome di una causa come potrebbe essere quella della liberazione animale, e che quindi quotidianamente non fa altro che seguire un solo obiettivo, magari non dedicando energie contro altre ingiustizie credendole anche in qualche modo meno importanti? ENRICO:Generalmente chi si sbatte per la liberazione animale,e con questo intendo con ogni mezzo possibile, è giunto ad una maturazione politica che ha portato ad una critica globale del moderno vivere, di cui la battaglia per gli animali è solo una parte, ovviamente importante, di una lotta generalizzatae indistinta molto più grande. Non trovo nulla di sbagliato in chi si focalizza in un unica direzione...Anche se è solo una piccola parte per lo meno hanno deciso di lottare! Pensa a chi parla solamente e non fa nulla! Direi molto peggio! EZIO:Ognuno, secondo me, è propenso ad un sentire ed agire diverso...L'importante è il concretizzare un pensiero e una lotta, cercando di analizzare e colpire dove più si puo'nuocere. Il mondo è vasto e ci sono persone che hanno idee diverse, e capita di sentire gente che si batte contro lo sfruttamento animale e allo stesso tempo rinchiuderebbe tutti gli stranieri nei CPT (ASSURDO!) o ancora chi predica Libertà e resta indifferente davanti ad un allevamento intensivo (ASSURDO!). Chiudete, se volete, usufruendo di questo ultimo spazio dicendo tutto ciò che avete a cuore dire oltre alle mie domande... ENRICO:Mhh...Anche nell'ultima domanda c'è dello spessore!!!! Allora un pò di auto pubblicità, non la faccio mai...Che mi sia consentito almeno una volta! D'ora in avanti nella distro ERF (la distribuzione forlivese di libri, opuscoli, magliette etc.) sono aperte due nuove "sezioni"! Reparto marmellate e conserve autoprodotte, fatte con frutta e verdura proveniente da recupero, e reparto semi e sementi autoprodotti di piante non sterili!...Sempre più senza limiti!!!! Ole'!!!! EZIO:Sicuramente ringraziandoti e incoraggiandoti a continuare con i tuoi progetti, lunga vita alla carta stampata!

I LE TORMENTA SONO
Ezio - Voce
Enrico - Chitarra
Steno - Chitarra
Paolo - Basso
Andrea - Batteria


e-mail:band@letormenta.com


e-mail E.R.F.:equalrights@inventati.org



Sono il sangue che bagna le tue mani. Sono il dolore per cui provi piacere. Guardi nei miei occhi (colmi di terrore) e ridi...Il senso di superiorità ti riempie di orgoglio. Per la continua ricerca del falso...Ma secoli di sbagli trovano l'appoggio di chi dal falso ha creato un impero. Ed io sono l´ennesima vittima sacrificale...Io. Ennesima vittima sacrificale. Il mio corpo trafitto da freddo acciaio è il mio corpo. Padroni del mio corpo...Non ho più il controllo o forse non l´ho mai avuto. In quest´apice di agonia continui a ridere...Odio, vendetta, giustizia, nella mia mente, ma "la bestia" sono io...E tu, che rimani in silenzio davanti a tutto questo, sei complice e carnefice.


"Quando l'ingranaggio vince su una persona il risultato è devastante:la voglia di provare tutte le emozioni che la vita può dare viene meno, soppiantata da una sterilità allarmante, involucri vuoti che pensano solo ad arrivare a fine mese, a sistemarsi economicamente, a staccarsi da qualsiasi legame con la natura. Inglobati in un vortice nero continuano le loro vite ma in realtà sono già pronti per la morte:che essi siano vivi oppure no, non fa alcuna differenza. Nulla danno ora, nulla lasceranno poi. Il sentiero che abbiamo intrapreso è diverso, siamo nel mezzo di una ricerca:tra persone “meccanizzate” e robot di carne esiste ancora chi usa cuore e cervello (...ma sono pochi, sono molto pochi). Cuore per parlare con il mondo, cervello per capire il mondo. Quando queste persone si incontrano si tengono strette le une alle altre, mai permetteranno la loro divisione...Stringendosi i sogni mettono radici ancora più forti." (Testo ed approfondimento della canzone "Il sogno")
  
“…Lentamente le cose tendono a svanire, con esse tutte le speranze, le passioni ed i sogni diventati, ormai, un ricordo annebbiato di una gioventù che riporta sorrisi malinconici. Non voglio smettere di sognare:sogno per fuggire dalle cose che cambiano troppo in fretta, sogno per fuggire da un mondo che odio, sogno perché vi posso trovare un rifugio solido e confortevole…Sogno perché non ne posso fare a meno. Ma più sogno e più soffro, perché so di non poter trovare nessun riscontro nella realtà:questo contribuisce ad aumentare la mia solitudine…Ne vale la pena…" (Roid, 1999)
  
"Esistono persone che hanno deciso di amare. Il loro amore è sconfinato e talmente grande da non poter essere contenibile, incredibilmente caldo, confortevole. Una forza capace dei gesti più teneri e commoventi, come pugnali le lacrime che essi versano, ogni volta che aprono una gabbia, ogni volta che vengono rinchiusi in una prigione, ogni volta che vengono uccisi. Come pugnali le lacrime che noi versiamo per tutti coloro cui viene negato l'amore. Le ferite che apriamo con il pianto non si rimargineranno mai" (Le Tormenta, 2004)

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