giovedì 8 marzo 2012

L'8 MARZO E' ANARCHICO!

La lotta delle donne per la loro liberazione è una lotta per la liberazione di tutte e di tutti. Nessuno può essere libero finchè esiste l'oppressione, e questa lotta non può nè deve essere una sorta di "incalanazione settarica" della ricerca di diritti e libertà basata prettamente sull'identità sessuale...Ogni forma di antagonismo che in senso radicale attacca o comunque vuole attaccare discriminazioni e varie forme di oppressione, è e deve essere automaticamente intrinseco ad un discorso allargato di opposizione al potere istituzionalizzato in quanto tale, cosi' come alla concezione errata dell'impossibilità di poter gestire la nostra esistenza ed ogni tipo di rapporto senza alcun tipo di sopraffazione...Le origini dell'8 Marzo pare che risalgano ad uno sciopero nel 1908 delle lavoratrici dell'industria tessile "Cotton" (U.S.A.), indetto per protestare contro le condizioni di sfruttamento del lavoro...Le 129 operaie, rinchiuse dai padroni sotto chiave nella loro fabbrica, morirono tra le fiamme di un incendio sviluppatosi all'interno della stessa il cui calore fece volare nel cielo le palline gialle delle mimose circostanti...Ma, appunto, esistono tutt'ora comunque molti pareri discordanti su questi orribili fatti, e quindi anche sul collegamento che essi ebbero nell'origine di questa giornata...Addirittura sembra che siano accaduti ma che non abbiano avuto a che fare nè con quella data precisa, nè che le vittime furono soltanto donne, nè che furono 129 bensi' 149 ed altro ancora (tuttavia, il primo contesto parrebbe comunque restare come quello più probabile)...Nel 1909 i socialisti nordamericani organizzarono la prima giornata di lotta delle donne a livello nazionale (che onore!), e nel 1911 ebbe luogo quella internazionale in Danimarca, Germania, Svizzera e Stati Uniti...Nasce cosi' una tradizione che porta le rivendicazioni delle donne e quindi la riflessione sui loro diritti anche nei posti più arretrati e reazionari della terra. Ma l'8 Marzo si riduce però purtroppo sempre di più ad una semplice ricorrenza in memoria delle lotte del passato, ad una bieca occasione commerciale per il benestare economico di fiorai o di negozianti di vario genere, oppure ad un momento dove "amiche" o conoscenti consumano una cena al ristorante o a casa e poco più, senza nessuna estensione veramente profonda e seria su tematiche delicatissime quali ad esempio la violenza domestica, gli abusi sessuali, l'aborto etc...Si hanno casomai solo sporadicamente dei dibattiti, oppure appunto delle "serate tra donne" (magari con stupidi risvolti di stampo "iper-femminista" dove i maschietti sono esclusi), ma soprattutto la lotta non è quotidiana come comunque dovrebbe essere...In questo periodo di fortissimo aumento dell'offensiva capitalista dove l'economia detta sempre di più le sue priorità e dove quindi l'infrastruttura sociale è messa sotto fortissima pressione, le donne sono quelle toccate più duramente. La discriminazione continua sul lavoro in base a preconcetti che la vogliono "meno efficente", "più debole" o solo come mero oggetto sessuale, i guadagni sono più bassi rispetto ai colleghi maschi e cosi' via, e anche quei minimi spazi conquistati dalle donne sono rimessi in discussione...Ed a proposito di determinati spazi spazi, più in generale c'è poi comunque da considerare fortemente un aspetto molto importante, ovvero quello dell'illusione di conquistate "libertà femminili" in base ad una visuale della vita e della società prettamente conformista/riformista, ma che in realtà non sono altro che un semplice inglobamento delle donne nei meccanismi capitalistici e di dominio più biechi quali possono essere situazioni arriviste e di business come la cosiddetta "donna in carriera" (oramai uno stereotipo sventolato a petto in fuori dai media e da chi ne fa le veci), l'ascesa equalitaria direttamente ai piani più alti del potere, oppure in apparati di terrorismo legalizzato come quelli delle forze armate...La lotta delle donne è, dunque, più necessaria che mai, ma le forme di resistenza debbono appunto essere profonde, costanti e radicate nel tessuto sociale e nel vivere quotidiano...Rifiuta il clero, i suoi insegnamenti biblici ed i passaggi della genesi:"Tu, donna, partorirai con dolore e tu, uomo, lavorerai con sudore" è il primo concetto base maschilista che si pone come cardine centrale nell'aspetto patriarcale della famiglia, nucleo costruito/plasmato dall'alto in tutti i suoi aspetti e che non ha niente a che fare con lo splendore e la naturalezza dell'amore, del concepimento della vita e quindi anche con la purezza della maternità. La famiglia si basa su regole, su ruoli e sul possesso fra individui che non è mai o comunque quasi mai quel - se pur quantomeno a tratti opinabile - "possesso di affetto", bensi' sfocia molto spesso in forme di vera e propria bramosia paranoica ed autoritarismo, e quindi anche in azioni violente di vario tipo sugli altri cosi' come su noi stessi...Questa è la società dove la disgregazione fa paradossalmente da collante nel cosiddetto "vivere civile", dove (per farla molto, molto breve) la quasi totale mancanza di amore e di sentimenti puri, la debolezza e la paura di vivere come individui "soli" di conseguenza a status quo imposti volutamente dall'alto (che ci vogliono "inefficenti" o, per dirla con un linguaggio più comune, "sfigati" se non abbiamo qualcuno accanto) crea una spasmodica e affannosa ricerca di un partner e il desiderio di fare dei figli per mostrare di essere come gli altri, oppure per avere il gusto perverso di soggiogarli/plasmarli a nostro piacimento con l'alibi dell'educazione e/o del "pugno di ferro quando serve", cosi' che incosciamente o meno ci godiamo la nostra piccola fetta di potere domestica...Questa è la società dove ci viene insegnato dalla nascita (con menzogne sordide o meno) che per essere "veri uomini" dobbiamo dominare una donna ed essere dei "duri", e alle donne viene inculcato in testa che devono subire/rincorrere/adorare a priori il maschio, oppure ammirarlo come il "principe azzurro" che "le fa sognare portandole via" (causa delle fiabe e dell'idea preconcetta e limitata che vi possa essere una sola forma di amore riconosciuta come veramente tale:quello "eterno"), riponendo in esso le speranze e il controllo degli equilibri della vita, che sole non possono essere nulla o che devono sbaffarsi il muso, vestirsi "a fiorellini" e indossare tacchi a spillo o calze a rete per essere "sessualmente appetibili"...Viviamo in una società dove l'uomo deve avere una preda da possedere (l'agnello sacrificato) su cui sfogare le proprie frustrazioni e cosi' "ammorbidire"/"dimenticare" la sua condizione di schiavo e di illuso, e la donna deve imparare a servirlo per pagare, appunto, il prezzo biblico dell' "origine"...La cultura dominante ci impone da sempre - e in modo cosi' capillare che ci sembrano oramai quasi pensieri naturali, oggettivamente giusti - che dobbiamo, per ritenerci normali, rinchiuderci fra le 4 mura del cosiddetto "nido d'amore" rifiutando - o comunque considerando spesso da meno - tutto il resto, condizione decantata in ogni dove come fosse l'unico modo possibile di amarci e di viverci...Per questo la musica dell' "appacificazione sociale", ad esempio, è in un modo o nell'altro la prima su tutte:quella più facile, più diffusa e, di conseguenza, quella più ascoltata....La musica del "Senza di te non posso vivere", "Costruiamoci un mondo tutto nostro assieme solo per noi due, fuggiamo da tutto il resto" etc...E' cosi' che ci dividono. E' cosi' che ci chiudono in compartimenti stagni. E' per questo che in particolare la chiesa e i conservatori (ma non solo) difendono a spada tratta la famiglia, ed è anche per questo che le persone uccidono per gelosia oppure si ammazzano, picchiano etc., e nei condominii o nessuno si conosce, o ci si conosce poco, o ci si saluta e basta, oppure ci si scanna anche fino alla morte...Perchè il cervello delle persone e la loro concezione dell'esistente non supera il pianerottolo, la privacy ossessiva come scappatoia, i "luoghi di ritrovo" e il posto di "lavoro"...Amarsi non vuol dire vivere come dei topini in una sorta di gabbia ammobiliata. Convivere da esseri viventi che danno il giusto equilibrio ai momenti di privacy, si rispettano e vivono la quotidianità in modo libero al di fuori dei ruoli imposti cosi' come, quindi, anche il proprio ambiente domestico, è invece un altra cosa...Ogni persona deve o dovrebbe comunque esprimersi nella sua più profonda natura. I ruoli del maschio e della femmina imposti dal sistema, con tutti gli aspetti che li caratterizzano, vanno rigettati nella loro totalità. Sono questi i veri principi da cui devono partire le lotte, e quindi anche quelle delle donne. La famiglia è soltanto un humus di odio e di sentimenti rinsecchiti (o poco più, tanto per non disconoscere alcuni piccoli "varchi") in cui la donna moltissime volte è purtroppo la vittima di abusi orribili, ma attenzione:dobbiamo stare sempre attenti nel non generalizzare mai i vari contesti in cui vi è oppressione e violenza sugli esseri viventi. Dobbiamo essere sempre acuti ed allargare la nostra percezione del vivere e della realtà a tutto campo, senza farci abbindolare da quelli che purtroppo diventano come degli "stereotipi a senso unico", perchè la violenza è violenza in quanto tale e spruzza il suo veleno da/in ogni dove, cosi' come il sessismo non appartiene soltanto al cosiddetto "genere maschile"...Infatti, al di là della violenza fisica, la quale è ovviamente nella stragrande maggioranza dei casi perpetrata dell'uomo, vi sono anche donne che usano lo stesso per soli scopi sessuali, cosi' come donne che fanno violenza psicologica...Il sotterfugio, la menzogna, la tattica, la ricerca dello scontro o della (ri) pacificazione fittizia per "lavorare" la preda a lungo termine o per ottenere "benefici" sull'attimo, la manipolazione affettiva usando la sensibilità e la predisposizione altrui (induzione di senso di colpa e compassione, etc.) per riuscire a controllare e "vincere" l'altro/a (davanti al/la quale in un modo o nell'altro evidentemente ci si sente per svariati motivi ed aspetti inferiori) nel principale tentativo di riempire almeno un pò (e per un pò di tempo) il vuoto di una bassa - quando non assente completamente - autostima e/o perchè non ci si sente in grado o "all'altezza" di essere amati e di amare etc., sono mali che non hanno prettamente un genere di appartenenza...Non è quindi affatto vero che è solo - o quasi solo - la donna ad essere assoggettata psicologicamente dall'uomo, cosi' come che è sempre - o quasi sempre - l'uomo ad usarla per il corpo...Il sessismo è il sessismo, la violenza è la violenza, l'inganno è l'inganno...Queste cose non esistono più da una parte che da un'altra, e vanno appunto combattute in quanto tali. Partire dal presupposto prevenuto che soltanto la donna è più vittima, lo è sempre o che comunque è portata di per sè ad esserlo, è una concezione limitata e superficiale della realtà che elude dalla lotta e, appunto, dal rifiuto delle negatività di per sè, ed oltretutto per alcuni aspetti offende a priori la soggettività della donna stessa...C'è anche da dire poi che, di conseguenza all'impostazione culturale che subiamo fin dalla nascita di cui ho parlato sopra e di secoli di sottomissione dal dominio maschile, la donna arriva anche a comportarsi come fosse del tutto naturale stare sotto l'uomo, e quindi molto spesso gli piace anche...E' purtroppo la realtà delle cose, questa, cosi' come che l'uomo accetta in modo naturale il suo ruolo di dominatore...Ciò che quindi io intendo dire, e che ci tengo a ripetere ancora con forza e maggiore chiarezza, è che il male va sempre estirpato dal profondo. Ogni male va estirpato dal profondo. Se strappiamo dell'erba marcia che non vogliamo più far ricrescere, dobbiamo togliere direttamente la radice...E' inutile che l'8 Marzo ti fai regalare le mimose, vai a mangiare e ti ubriachi come una scema, se poi il giorno dopo rimani la solita di sempre e magari prendi anche le botte...E' inutile che ti senti entusiasta per un giorno solo perchè magari il "tuo maschietto" ti compra il regaletto...Cosi' ti deridi da sola, sei una civetta per "scelta" e denigri/sminuisci l'importanza di ciò che questo giorno rappresenta o dovrebbe quantomeno rappresentare...Non hai bisogno dei fiocchettini per "essere femmina". Non hai bisogno di ricevere cioccolatini o mazzi di fiori. Non hai bisogno che ti aprano lo sportello...Sii femmina per come sei tu. La tua femminilità è unica cosi' come sei unica tu stessa. Al di là di alcune caratteristiche di fondo e naturali che in qualche modo differenziano i generi, non esistono nè l'"uomo" nè la "donna":esistono soltanto le persone...Ognuno è fatto come è:tira fuori la tua vera natura esprimendola in tutta la sua espansività. Vivi la tua sessualità come meglio credi:senza sentirti di accontentare per forza il tuo lui e senza quindi avere paura di esprimerti in modo totale, ma anche senza paure dovute a preconcetti stupidi, facendo del giusto rispetto per te stessa un fattore di repressione interiore dei tuoi istinti...Esprimi quindi la tua femminilità e la stupenda grinta che la permea per il piacere tuo e suo, cosi' come non rifiutare a priori la virilità maschile in quanto tale e anche la sua forza/energia, come se l'assorbirla e il viverla fosse automaticamente motivo di sottomissione perchè a quel termine è accostato solamente l'autoritarismo...Se c'è amore/sentimento, libertà di espressione, dialogo profondo ed onesto, forte coscienza di ciò che sei/vuoi e lo stesso per quanto riguarda lui e quindi rispetto e divertimento reciproco, allora si, "domina" e fatti "dominare" (che tradotto in termini più morbidi è, in un certo senso, "prendi" o fatti "prendere") oppure no, ma segui comunque ciò che sei in senso puro senza che il tuo approcciarti sia macchiato da timori ed altro ancora...Se il sistema coi suoi numerosissimi tentacoli ha rubato i gesti naturali che riguardano i nostri aspetti animali più recondidi e li ha usati, mercificati, ne ha cambiato il volto e quindi li ha rigettati in pasto alle masse, non vuol dire che essi non ti appartengano più per ciò che realmente sono...Ama ciò che senti di amare, e sentiti libera di smettere di amare ciò che non ami più. Liberati dagli echi, stacca i fili...Vestiti per te, e non per gli altri, ma domandati anche quanto davvero quello che vivi, indossi, e senti di dover amare ti appartiene...Tu hai una personalità unica, un cuore unico, un modo di sognare ad occhi aperti o chiusi unico, un corpo unico, una vita unica...Difendi tutto questo da ciò che lo può sporcare, ma fallo contemplando nel modo più profondo possibile tutto ciò che hai davanti, dentro, attorno, oppure chi hai accanto. Non diventare una sorta di maschilista al contrario. Non impugnare le armi di chi le sta usando contro di te per farle tue. Anche perchè è proprio approvando l'utilità di quei modi di fare, di agire e di pensare che dici di odiare ma che allo stesso tempo rendi tuoi, che accetti a testa bassa e più o meno sordidamente la tua sottomissione...L'8 Marzo, quindi, non è un gioco in cui giocare più per forma che per altro, cosi' come però non è un occasione in cui per forza c'è da fare qualcosa...Perchè molte volte, quando si prende come punto di riferimento una data per dare centralità ad un aspetto sociale e di vita importante succede anche questo, cosa ben diversa dal dover riconoscere - con le relative responsabilità - che spesso è giusto dipanare la nebbia che abbiamo di fronte agli occhi con oggettivi sforzi e sacrifici ed agire di conseguenza, in ogni campo di questa sopravvivenza...

SU LA TESTA! DONNE LIBERE! ABORTO LIBERO!
IDEE LIBERE! CORPO LIBERO!
A. (2009/2012)

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