mercoledì 27 giugno 2012

lunedì 25 giugno 2012

Venerdì 6 Luglio, villa vegan squat:iniziativa in sostegno ai terremotati 
Per supportare chi ha rifiutato di vivere nella tendopoli della protezione ci-vile che, come a l'Aquila, tenta di controllare la popolazione con polizia ed esercito. A chi si è auto-organizzato, in altre tendopoli o per i fatti propri, servono soldi, cibo e materiali che raccoglieremo anche in questa serata:cibo a lunga scadenza, materiale da lavoro  (chiodi, martelli, pinze, ecc.) materiale elettrico, idraulico, materiale da campeggio, prodotti per l’igiene, giocattoli, vestiti...

Dalle 20, racconti dalle zone terremotate.

Dalle 22 concerto con:

VESTIGE (Washington, U.S.A.) 
BHOPAL (Alessandria) 
HOUMA (Milano) 
ANTIMELODIX (Russia) 

 Porta la tua solidarietà, la tua distro, lascia a casa il cane.

Villa Vegan Squat
Via Litta Modignani 66, Milano

domenica 24 giugno 2012


PER UN COORDINAMENTO NAZIONALE CONTRO I C.I.E.

Riflettendo tra compagni emiliani e romagnoli, al termine di una assemblea, allo spazio Sole & Baleno a Cesena, contro i Centri di Identificazione ed Espulsione, si sentiva l’esigenza di allargare il circuito di discussione:i C.I.E. sono una realtà che interessa molte zone della penisola, ci sembra limitato come approfondimento teorico e soprattutto come efficacia del percorso radicale contro questi lager e il mondo che li ha creati, affrontarlo in pochi ed unicamente in Emilia-Romagna. Si voleva, quindi, proporre il progetto ad un coordinamento nazionale di compagni. Oltretutto negli ultimi tempi si è visto affievolirsi il coordinamento nazionale che era nato alcuni anni fa sulla lotta contro i C.I.E., un incontro in cui si discutesse nuovamente, condividendo le esperienze e coordinassero nuove iniziative, potrebbe essere un ulteriore slancio per continuare a portare avanti un percorso comune contro questi lager di Stato. Per non partire completamente da zero, si è pensato di incontrarsi davanti un piccolo proposito, la costruzione di un manifesto, e di un “opuscolo” di approfondimento, a proposito di cosa sono i C.I.E. e della loro funzionalità per questo Sistema. Inoltre, una parte di questo “opuscolo” voleva essere dedicata a dare consigli a chi non possiede quei maledetti documenti che lo rendono legale sul suolo italiano, per agevolare i cosiddetti “irregolari” a muoversi con attenzione all’interno di questo mondo che riconosce come nemico qualsiasi persona non gli sia funzionale. Chiediamo ai compagni interessati di esprimersi a riguardo del progetto, e nel caso ci sia interesse, di risponderci.

Per un primo scambio di opinioni  proponiamo un incontro Sabato 30 Giugno ore 14.30 allo spazio sociale Capolinea di Faenza. All'assemblea seguirà una serata di concerti per finanziare il progetto. Per chi viene da fuori e non ha dove stare, il Capolinea mette a disposizione alcuni posti letto. Il contatto a cui potete rivolgevi è freccenere.mo@libero.it. Speriamo di avere presto un vostro riscontro.

Compagni e Compagne in Emilia ed in Romagna
L’operazione giudiziaria del 26 Gennaio scorso, secondo le parole del procuratore capo di Torino Caselli, ha voluto colpire dei singoli fatti delittuosi e non il movimento NO TAV  nel suo insieme. Il reale tentativo è stato quello di isolare dal proprio contesto i fatti del 27 Giugno e del 3 Luglio, depoliticizzare quelle giornate, colpendo chiunque si trovasse fisicamente ad affrontare la polizia per difendere la Libera Repubblica della Maddalena prima e per cercare di riprenderla poi.

Portare la valle in città
La solidarietà agli arrestati si è diffusa in tutta Italia confermando che la lotta NO TAV non è solamente una lotta locale, ma trae la sua forza dal collegamento e dalla vicinanza con le altre lotte. Il movimento NO TAV ha assunto la questione repressiva come già aveva fatto dopo il 3 Luglio, quando una campagna mediatica si era scatenata per costruire l’identikit del black bloc sbarcato in Val Susa per attaccare la polizia. Il “siamo tutti black bloc” seguito dal “si parte e si torna insieme” da semplici slogan sono diventate pratiche e modalità condivise. Così anche nella fase processuale, momento particolarmente delicato, è necessario che si rivelino in tutta la loro forza, in quanto patrimonio collettivo. Il fatto che la maggior parte degli arrestati non fossero abitanti della Val Susa ha provocato l’effetto opposto rispetto a ciò che si auspicavano i magistrati. Dopo gli arresti sono state innumerevoli le azioni di solidarietà diffuse in tutta la penisola e oltre, dai blocchi stradali alle occupazioni di stazioni, passando per i benefit e gli incontri pubblici a sostegno della lotta. Il collegamento del movimento NO TAV con il resto del paese si è reso ancora più evidente, ancora più intenso.

Il processo è parte della lotta No Tav
Non sono solo la vicinanza e la solidarietà attiva agli arrestati a fare del processo una parte della lotta NO TAV. E’ necessaria un’assunzione da parte di tutti, un’elaborazione comune delle pratiche e delle parole giuste per affrontare ogni fase processuale. Serve un collegamento tra i momenti giuridici, che si reggono su un terreno a noi ostile, e il ritmo della lotta stessa. L’intensità raggiunta con le esperienze vissute durante le varie fasi della lotta costituisce una risorsa preziosa che non possiamo permetterci di disperdere. Mentre il processo inizierà il 6 Luglio, un campeggio sarà già presente in valle, creando un spazio d’incontro dove intensificare i legami già esistenti e conoscere nuovi compagni. La circolazione tra questi due ed altri momenti sarà un’occasione per rafforzare il movimento e trasformare l’operazione repressiva, lanciata dalla magistratura, in un boomerang che le si rivolga contro. Subire un arresto, dover passare mesi in carcere, sentire la mancanza di un compagno, un amico indispensabile per la lotta ha un peso enorme sulla forza del singolo e della collettività che gli è vicino. D’altra parte sono i momenti difficili a svelare quanto di politico nasconde un’amicizia, quanto è forte e indissolubile prendere dei rischi insieme, stringersi per non sentirsi soli a subire la repressione. Il volto del potere non assume i tratti di un’astratta figura che dirige e impone dall’alto, come un moderno Leviatano, ma è qualcosa di molto più familiare fatto di funzionari che ci negano permessi, poliziotti che ci svegliano nel cuore della notte, comportamenti che a volte noi stessi riproduciamo e dispositivi che ci tengono divisi. Dagli arresti del 26 Gennaio le misure restrittive sono state dure, tenendo ancora in carcere quattro compagni a distanza di quasi cinque mesi, censurando le corrispondenze, respingendo richieste di permessi. L’accanimento repressivo dimostra quanto la lotta NO TAV faccia paura, perché capace di rendersi offensiva e non solo resistente, continuativa ma anche attraversata da momenti di accelerazione.

Ipotesi su una difesa collettiva
A Milano alcuni imputati del processo NO TAV si sono incontrati con altri compagni per iniziare a confrontarsi su come affrontare il processo che inizierà il 6 Luglio al tribunale di Torino. La volontà di costituire un’unità al processo, non è solo una scelta di difesa ma una possibilità d’attacco, in quanto l’obiettivo della giustizia, come già avvenuto con l’operazione repressiva, è quello di dividerci. Per questo le scelte individuali o le deleghe non consapevoli agli avvocati rischierebbero di depotenziare la difesa collettiva e di prestare il fianco all’accusa. Unità non vuol dire uniformarsi ad una linea monolitica di difesa o cadere in un frontismo neutro che annulli le divergenze, ma significa arrivare compatti pur nella diversità di posizioni e di sensibilità. L’eterogeneità non deve essere un ostacolo:può diventare un’occasione per elaborare insieme le scelte su ogni passaggio processuale. Il processo dovrebbe essere affrontato con la stessa attitudine con cui il movimento NO TAV è riuscito a rimanere compatto nelle sue differenze, anche nei momenti difficili. Così come parte e si torna insieme nei boschi della Clarea, e tra i guardrail dell’A32, con lo stesso spirito dobbiamo affrontare l’infame aula del tribunale. Difesa comune significa confrontarsi il più possibile tra imputati e avvocati sulle scelte da fare, allargando la presa in carico del processo a tutto il movimento NO TAV. Fondamentale è il collegamento con le prossime fasi della lotta, portando tutta la forza che il campeggio saprà esprimere all’interno del tribunale. Scegliere il rito ordinario è un’occasione per collegare le fasi processuali con la lotta. Andare a dibattimento, portare testimonianze ed elementi difensivi significa entrare in un terreno ostile non come soggetti passivi che attendono il giudizio, ma prendendo parte al processo con lo spirito combattivo che caratterizza il movimento NO TAV. Rinunciare a questa opzione e fare la scelta del rito abbreviato preclude ogni possibilità di rendere questo processo un’occasione politica e di rilancio della lotta. Oltre che esporre se stessi e gli altri a rischi maggiori, questo confermerebbe la tesi dell’accusa di trovarsi di fronte ad un movimento frammentato. Pur consapevoli delle difficoltà soggettive ed emotive che attraversano gli imputati, la posizione più forte che possiamo sostenere è che davanti ai giudici non ci saranno degli individui chiamati a rispondere delle loro azioni, ma un intero movimento di lotta che non si è fermato davanti alle cariche e nemmeno davanti ad arresti e processi. L’intenzione di questo documento è proporre una discussione rispetto al processo, alle scelte tecniche e un confronto per non arrivare divisi in aula, per non partire già rassegnati alla condanna.
"FABBRICHE DI CARNE"
Un viaggio di Nemesi Animale negli allevamenti di maiali in Italia


Negli ultimi 9 mesi siamo entrati in più di 50 allevamenti, di giorno e di notte, senza alcun invito o autorizzazione, per documentare le condizioni in cui vengono detenuti milioni di individui, ogni giorno, in Italia, con la volontà di mostrare la realtà quotidiana degli allevamenti, non preparata ad arte per visite concordate con gli allevatori. Il frutto di questo lavoro è una serie di immagini che parlano da sé:cadaveri di piccoli schiacciati dalle proprie madri, animali in agonia buttati in un angolo a morire, scrofe perennemente prigioniere in gabbie di gestazione dove qualunque tipo di movimento è impedito, con le vagine ferite e purulente per infezioni e parti continui, maiali incatenati per il collo, neonati con le zampe incastrate nelle fessure del pavimento di scolo destinati a morire di inedia, decine di migliaia di individui prigionieri distrutti dalla noia, dall'apatia e dalle privazioni che attendono la morte per mano umana nei macelli. Questo lavoro vuole arrivare alle persone che ancora considerano i miali come fonte di cibo, ma anche dare spunti di approfondimento e maggiore conoscenza a chi ha già deciso di non cibarsi di prodotti animali. Per noi, produrre questo materiale, ha significato un'accresciuta e drammaticamente concreta consapevolezza su ciò che voglia dire nascere animale non umano in questa società. Speriamo, così, di trasmettere quest'esperienza, questi innumerevoli incontri con individui schiavi e torturati a più persone possibili, vi invitiamo quindi ad aiutarci a diffondere questo "viaggio" tramite ogni mezzo possible. Per rendere il lavoro più fruibile abbiamo attivato un sito apposito che racchiude il materiale prodotto:www.fabbrichedicarne.net

Le foto su flickr:
Il dossier cartaceo visualizzabile e scaricabile su issuu:

Terremoto in Emilia:Droni, sorveglianza e controllo sociale

Per le cosiddette attività di controllo strutturale e di contrasto allo sciacallaggio, gli sbirri si stanno avvalendo, in tutto i territori dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto, dei droni sviluppati dal G.R.E.A.L. (Geographic Research And Application Laboratory) dell’Università Europea di Roma. Questi droni dotati di telecamere possono facilmente intrufolarsi all’interno di case e capannoni, oltre a sorvolare qualsiasi obiettivo, per poi registrare ed elaborare immediatamente le immagini acquisite a computer. Queste vengono infine messe a disposizione delle autorità. Se nella fase iniziale “post-terremoto” i droni erano stati utilizzati “soltanto” per assistere operazioni di ripristino e di demolizione strutturali, ora vengono sguinzagliati in lungo e in largo, con la giustificazione di poter meglio verificare e immortalare crepe e situazioni critiche nei pressi di abitazioni e capannoni, oltre che per prevenire lo sciacallaggio. Si è venuta quindi a creare una situazione in cui il controllo sulle popolazioni è assicurato oltre che dalla massiccia presenza dei reparti mobili delle varie forze di polizia e dell’esercito anche da una sorveglianza tecnologica aerea. Una sinergia tra monitoraggio video ad ampia visuale e presidio capillare del territorio che risulterà indispensabile alle forze dell’ordine nella futura ipotetica messa in atto degli sgomberi dei campi autogestiti. È di lunedì 18 giugno infatti l’entrata in vigore su alcuni comuni dell’ordinanza che prevede lo sgombero coatto dei campi auto-organizzati. Come da prassi contro-insurrezionale ed "emergenziale", lo spionaggio aereo a bassa quota per mezzo dell’impiego di droni assurge a strumento principe del controllo e dell’acquisizione di dati propedeutici ad operazioni di forza compiute dalle forze dell’ordine e/o dai militari. Una videosorveglianza in tempo reale, gestita per via remota che permette di avere sotto controllo qualunque flusso di movimento anche in paesi non intensamente coperti da telecamere fisse, particolarmente utile in caso di sgomberi forzati e di probabili reazioni di massa delle popolazioni sfollate. Anche in questo caso, per le operazioni di spionaggio e di controllo sociale, sbirri e militari si avvalgono del prezioso apporto delle Università italiane e dei loro apparati di ricerca. Il connubio tra ricerca, gestione emergenziale degli scenari di crisi e presenza militare massiccia, come a L’Aquila, trova come banco di prova, in previsione di futuri utilizzi in situazioni insurrezionali, le cosiddette "calamità naturali", dove l’irregimentazione della popolazione ed il suo controllo fisico/tecnologico diventa di primaria importanza strategica per il dominio.

G.R.E.A.L. (Geographic Research and Application Laboratory) – Università Europea di Roma (Via degli Aldobrandeschi 190). Tel:06/66543878; Fax:06/66543840. E-mail:gianluca.casagrande@greal.eu

mercoledì 20 giugno 2012

Sabato 23 Giugno, a Perugia, corteo solidale con i sequestrati dallo Stato nel corso dell'inchiesta contro gli anarchici denominata "Operazione ardire".
LOCALITA' PAIARONE, ACQUARICA DEL CAPO (LE):3° EDIZIONE DELLA FESTA DELL'ECOLOGIA SOCIALE

Anche quest’anno Critical Food organizza la festa dell’ecologia sociale; dal 29 Giugno al 1° Luglio. La festa dell’ecologia è un non-luogo di discussione in cui si chiede a coloro che sono privi di potere di riconquistare il controllo della loro esistenza., di rigettare il senso d’impotenza, di trovare nuovi valori ecologici con cui sostituire quelli del sistema dominante. La tensione comunitaria, la ricerca, quindi, di un ambito dove non solo si lavori insieme, ma si viva anche, è un tema caro all’anarchismo, così come quello di resistenza alle forze oppressive del sistema centrale e del potere “di marketing” dei media. La festa dell’ecologia sociale è creare connessioni creative per una sensibilità ricombinante; udire, vedere, tastare, gustare, annusare. Il tutto per pensare contro la privazione sensoriale.

Qualcosa sul programma:
29 Giugno - Ore 20 - intro alla festa. Presentazione. Ore 21 - "Visual arts":un percorso di mutazione psicofisica con sottotesti tremendamente attuali e pionieristici. Un racconto spiazzante nelle profondità più buie del nostro nuovo millennio, sia sul versante carnale che su quello più filosofico. Ore 23 - concerto. 30 Giugno - Ore 20 - cena sociale; la cucina salentina ( 7 € ). Ore 21 - resentazione del libro "Il mistero (solubile) dello zucchero assassino" (di Giuseppe Aiello). Lo stesso autore racconterà come lo zucchero sia diventato strumento di controllo e dominio, sottolineando come l’alimentazione industriale imposta dagli stati coloniali sia stata un forte ed efficace elemento di sottomissione delle popolazioni. Il potere si esercita sotto diverse forme, alcune evidenti come la violenza su chi ne manifesta il dissenso ed altre più subdole, propagandate come forme di progresso e di benessere. Modalità ben più infide e dannose e per questo più efficaci. Malattie e malnutrizione sono quindi utilizzate per invalidare intere etnie, che private di dignità e futuro non possiedono più la forza necessaria per reagire. Sottomissione e sfruttamento passano anche attraverso il controllo delle risorse alimentari. Un interessante quadro sulla storia dello zucchero e sulle conseguenze della sua assunzione, il tutto con validi riferimenti antropologici e scientifici. 1 Luglio - Ore 20 - cena sociale vegan ( 7 € ). Ore 21 - videoproiezione di  "Impazzire si può" (ricerca sull’eredità di Franco Basaglia nella cura del disagio psichico). Il programma può subire piccole variazioni d’orario. Posteggio Camper gratuito. Spazio tenda gratuito. Per chi lo preferisce, possibilità di pernottamento in B&B a prezzi modici previa prenotazione.
Scarica e diffondi liberamente il # 69 dell'opuscolo "OLGA" (05/2012)
http://www.autprol.org/public/news/doc000436914062012.pdf

ALL'INTERNO:
- IL POPOLO EGIZIANO UNITO CONTRO IL REGIME MILITARE
- SCIOPERO MASSICCIO IN TUNISIA NEL SETTORE PUBBLICO
- AGGIORNAMENTI DALLA LOTTA DENTRO E CONTRO I C.I.E.
- I PRIGIONIERI PALESTINESI HANNO INTERROTTO LO SCIOPERO DELLA FAME
- LETTERE DAL CARCERE DI SAN VITTORE (MILANO)
- LETTERA DAL CARCERE DI CANTON MOMBELLO (BS)
- LETTERA DAL CARCERE DI OPERA (MI)
- PRECISAZIONE DAL CARCERE DI PRATO
- LETTERA DAL CARCERE DI CARINOLA (CE)
- LETTERA DAL CARCERE DI BUONCAMMINO (CAGLIARI)
- LETTERA DAL CARCERE DI VELLETRI (ROMA)
- LETTERA DAL CARCERE DI SAN GIMIGNANO (SI)
- LETTERA DAL CARCERE DI FOSSANO (CN)
- DA UNA LETTERA DAL CARCERE DI TORINO
- RIFLESSIONI SU GENOVA 2001, ROMA 15 OTTOBRE E VAL SUSA
- APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE PER GENOVA 2001
- PARTE IL PROCESSO AI NO TAV CON TEMPI DA RECORD
- PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE DI SAN VITTORE, SABATO 30 GIUGNO
- BOLOGNA:A FIANCO DEI DETENUTI, PRESIDIO SOTTO IL CARCERE
- MONZA:SOLIDALI NELLA LOTTA CONTRO I C.I.E. SOTTO PROCESSO
- PROCESSO CONTRO I COMPAGNI ARRESTATI IL 12 FEBBRAIO 2007
- TARANTO:COMUNICATO SULLE PERQUISIZIONI DEL 29 MAGGIO 2012
- VITERBO:COMUNICATO SULLE PERQUISIZIONI DEL 1 GIUGNO 2012
- SULLA "GESTIONE" DEL SISMA IN EMILIA ROMAGNA
- IL PROFITTO DEI PADRONI, IL VERO EPICENTRO DI TUTTI I DISASTRI
- PER NON DIMENTICARE I LAVORATORI MORTI ALLA TRICOM
- SCIOPERO AI MAGAZZINI DEL "GIGANTE" DI BASIANO (MILANO)
- ALBA (CN):FERMATI SEI NO TAV IN SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI IN LOTTA
- É SCOPPIATO IL “PIANO” DI MARCHIONNE (ATTENTI AI COCCI!)
- UN NO STRATEGICO ALLA RIFORMA DEL LAVORO

ANTISPECISMO:RIFLESSIONE SULLA CACCIA AL CINGHIALE


Vi sono diverse forme in cui lo specismo si afferma nella società in cui viviamo, diversi aspetti che ne esplicitano la diffusione. Spesso quando si pensa alle forme di abuso degli animali vengono alla mente macelli, allevamenti e laboratori, giustamente,  in quanto forme esplicite e manifeste (almeno per coloro che scelgono di non volgere lo sguardo altrove) della arroganza umana nei confronti delle altre specie. Vi sono però numerose altre pratiche umane che generano  un forte impatto sulla vita di altri animali e sull’eco sistema, la caccia (intesa come la pratica “sportiva” tipica delle società civilizzate, che nulla ha a che vedere con la caccia di sussistenza delle popolazioni tribali) e le attività ad essa connesse sono sicuramente una di queste. Nel particolare ci interessa parlare di caccia del cinghiale, l’odiato animale che distrugge orti ed oliveti, che si riproduce senza sosta, il capro espiatorio responsabile di tante devastazioni e sfaceli. La prima, fondamentale, precisazione:il cinghiale che conosciamo oggi in Italia, non è originario di questi territori. Viene “importato” proprio con finalità venatorie dall’est Europa negli anni '80, in quanto più tenace e meno spaventato dall’uomo rispetto al cinghiale italiano (più piccolo e fragile), che sparirà lentamente proprio a causa dell’introduzione forzata del cinghiale est-europeo  dai cacciatori. Ai cacciatori interessava avere molti animali a disposizione, e che fossero resistenti, per poter avere nuovi capi a disposizione di fucile ogni nuova stagione, e così è stato. Volontariamente hanno modificato l’equilibrio di questo ecosistema, introducendovi un animale abituato a climi rigidi, che ha proliferato senza problemi nei boschi mediterranei, e che soprattutto non conosce predatori naturali in questi territori (considerata la progressiva sparizione dei lupi) Inoltre, la preponderante presenza di questo mammifero nelle campagne italiane (ed i danni provocati alle coltivazioni) ha portato leggi sempre più permissive a favore della caccia, attività praticata da circa 28.000 persone nella sola regione della Liguria, ove esistono nei calendari venatori  precisi “piani di abbattimento” al fine di ridurre per quanto possibile il numero di animali presenti,  che per altro non diminuisce assolutamente in quanto il cinghiale, che vive abitualmente in grossi gruppi, tende a riprodursi maggiormente nel caso in un certo territorio diminuiscano repentinamente gli individui che lo abitano, una sorta di bilancia biologica per salvaguardare la propria specie (in quanto in natura esistono meccanismi che, sebbene arduo a credersi, risultano ancora non controllabili dall’uomo). I cacciatori si organizzano in gruppi e restano in contatto via radio:mentre alcuni spingono vigliaccamente gli animali fuori dal bosco, accerchiandoli, altri li attendono in punti prestabiliti, in prossimità di radure o spazi aperti, dove gli sparano. Spesso i responsabili locali ATC (Ambito Territoriale Caccia) sono gli unici incaricati del recupero di animali feriti o di cuccioli abbandonati dalle madri nei territori di riferimento (in Italia non è permesso detenere un animale selvatico,  in quanto considerato “patrimonio dello Stato”, ed è un reato perseguibile penalmente). Esistono numerosi centri di recupero per animali selvatici, ma visto lo “status” speciale del cinghiale anche per loro risulta complesso poterli tenere, ed i cacciatori e le loro aziende faunistico-venatorie sono lentamente divenuti responsabili primari della  vita (e della morte) di questi animali. Di norma i cacciatori impiegano gli animali a loro affidati come “allenamento” per i cani, che nel pratico significa una breve vita all’interno di un recinto, continuamente terrorizzati ed attaccati dai segugi, sino alla morte. In una mattina di Aprile, percorrendo una strada montana nel nord ovest,  ci siamo imbattuti in un piccolo gruppo di persone, a bordo strada  si trovavano due piccoli di cinghiale appena partoriti, con ancora il cordone ombelicale attaccato. Mentre alcune persone più ragionevoli tentavano di portarli via dalla strada e spingerli a lato accompagnandoli con dei bastoni (il contatto con l’uomo impedisce ad un cucciolo di animale selvatico di essere ri-accettato dalla propria madre), altre molto meno rispettose hanno iniziato a toccare i due cinghialotti, altre ancora a fotografarli mentre tremavano chiaramente impauriti, suggerendo di portarli al ristorante di selvaggina poco più sotto. Questo genera una prima e riteniamo piuttosto aberrante riflessione:l’animale per molti (quasi tutti) gli esseri umani, non esiste come soggetto la cui funzione si esaurisce nella sua esistenza stessa, che dovrebbe essere pienamente vissuta in libertà, ma esclusivamente nell’essere funzionale ad uno specifico uso umano,  la mucca è funzionale al macellaio e a colui che ne mangia le carni, il visone è funzionale all’allevatore che lo tortura o  al pellicciaio che ne vende la pelle, il cane beagle è funzionale allo scienziato che lo sevizia, ed il cinghiale è funzionale al cacciatore ed al ristoratore che lo cucina come prelibata “selvaggina”. Questi animali non vengono identificati come null’altro che “oggetti funzionali ad una attività umana”, se non ci servono sono inutili, non esistono. Consci della responsabilità che deriva dal prelevare un animale selvaggio dal proprio ambiente naturale ed abituarlo al pericoloso contatto con l’uomo, non abbiamo avuto in quella particolare situazione molte altre possibilità se non prelevare i due cinghialotti. Al di là dei curiosi che avevano toccato i piccoli, la conformazione della strada (a valle, sotto un dirupo roccioso) rendeva impossibile per loro muoversi tanto a destra quanto a sinistra, avevano a disposizione solo il bordo della strada e l’asfalto. Va poi precisato che,  se nel caso di un cucciolo abbandonato o di un animale ferito per cause “naturali” (ad esempio nel mezzo di un bosco, o su un prato) pensiamo sia doveroso chiedersi se sia davvero giusto soccorrerlo o se si debba semplicemente farsi da parte e lasciare che le cose avvengano senza il nostro intervento; quando un animale si trova in difficoltà per causa umana (in questo caso chi lo ha toccato, e chi ha costruito quella strada, che di naturale non ha nulla) sia comprensibile tentare di porre rimedio. In quel momento non sapevamo che i due nuovi arrivati ci avrebbero riempito ogni singolo giorno (e notte) per i due mesi a venire. Purtroppo una dei due cuccioli non ce l’ha fatta.  L’altro invece ha resistito sino al momento in cui, finalmente, ha trovato posto in un luogo dove non verrà infastidito dai sadici della domenica, e potrà vivere, sebbene addomesticato, con dei suoi simili il resto della sua esistenza. Il cinghiale è, come il maiale d’altronde, un animale dalla intelligenza sorprendente, dopo soli 15 giorni i due piccoli erano interessati da qualsiasi cosa vedessero o annusassero, poco dopo già riuscivano a trovare autonomamente il cibo, scavando con il naso nel terreno alla ricerca di radici o lombrichi.  Si tratta di individui che vivono in gruppi sociali complessi in cui, per esempio, i cuccioli sono allattati da tutte le femmine del gruppo, per facilitarne la sopravvivenza, e solo nell’ultimo periodo dello svezzamento sono seguiti solo dalla madre. Scriviamo questo non perché ci interessi offrire una immagine che susciti simpatia o tenerezza,  in quanto il rispetto che dobbiamo alle popolazioni animali dovrebbe prescindere dal fatto che li riteniamo carini o meno, ma semplicemente per  mostrare, ancora una volta, che quelli che macelliamo, scuoiamo, vivisezioniamo o cacciamo non sono oggetti, sono esseri viventi che come noi tutti amano giocare in un campo sotto il sole o dormire sereni nel proprio rifugio. E che quelli che ogni settimana tra Ottobre e Gennaio vengono inseguiti e brutalmente uccisi nei nostri boschi sono individui, con le loro peculiarità e differenze. Quello che i cacciatori “sportivi” portano avanti è un massacro, uno dei tanti che la specie umana, organizza ed amministra su questo martoriato pianeta, e non ci interessano le loro ragioni, l’aver conosciuto così da vicino due di loro rafforza la nostra consapevolezza di essere , e voler restare, dalla parte dei cacciati.

LIBERAZIONE ANIMALE GENOVA

 Poznan (Polonia):manifestazione contro Euro 2012

Il 10 Giugno si è svolta a Poznan una manifestazione contro il torneo di calcio Euro 2012. Al centro della protesta era la direzione presa dal governo polacco accusato di aver sperperato ingenti somme di denaro pubblico per la preparazione dell'europeo di calcio. Alcuni dati: € 700.000 (ovvero 3 milioni di złoty) – un euro equivale all'incirca a 4,3 złoty – è il budget annuale a disposizione della città di Poznan. € 465 milioni circa sono i soldi spesi per la realizzazione dello Stadium Narodowy di Varsavia; €175 milioni sono stati spesi per la ristrutturazione dello stadio di Poznan. Il budget annuale destinato agli asili è di € 3,5 milioni, laddove € 4,18 sono i milioni spesi per l'allestimento delle fan-zone durante i dieci giorni di partite a Poznan. € 4,3 milioni vengono spesi a Poznan annualmente per la sanità – € 4,87 milioni sono stati destinati a pubblicizzare la città di Poznan per il torneo. Solo € 1 milione viene speso in aiuto degli studenti più poveri. L'inflazione è un altro problema. La compagnia di trasporti pubblici di Poznan, MPK, ha aumentato i  prezzi del 30 percento una settimana prima dell'inizio del torneo Euro 2012. La manifestazione è stata organizzata da diverse associazioni polacche di carattere politico, sociale e culturale tra le quali Federacja Anarchistyczna Czarna Galicja, Federacja Anarchistyczna sekcja Poznań, Federacja Anarchistyczna sekcja Kraków, Jedzenie Zamiast Bomb, OZZ Inicjtywa Pracownicza, Praktyka Teoretyczna, Stowarzyszenie Kobiet Konsola, Think Tank Feministyczny, Wielkopolskie Stowarzyszenie Lokatorów, Kolektyw Kikimora z Krakowa, Porozumienie Kobiet 8 Marca, Alternatywa Socjalistyczna, Lewicowa Alternatywa, Fundacja Zaczyn, Młodzi Socjaliści. Intervallati dal ritmo vivace e colorito del gruppo di samba di Poznan, si sono susseguiti numerosi interventi di rappresentanti dei diversi gruppi e di singoli cittadini scontenti della politica economica e sociale condotta dal governo polacco. Mentre i tifosi dell'Irlanda e della Croazia bevevano birra nella Piazza Rynek, i manifestanti intonavano il coro “L'educazione non è una merce”. In uno Stato come la Polonia, in cui spesso la popolazione non supporta le proteste ed in cui le manifestazioni presentano spesso bassi numeri di partecipanti, è stato interessante vedere come oltre ai ragazzi degli squat ci fosse una presenza cospicua di singoli cittadini che manifestavano un disagio sentito e reale raccontando le loro esperienze. “In un paese che lotta per non scendere sotto alla soglia di povertà è inaccettabile spendere miliardi per la costruzione di stadi e strutture che finito il torneo rimarranno inutilizzate”, dice, Jaga Marszewska, un'organizzatrice della manifestazione "Pane invece che giochi.". Il torneo di calcio costerà piu di 8 milliardi di euro alla Polonia, creando un debito pubblico che sarà la popolazione a dover colmare. Il governo polacco nel frattempo è accusato dai manifestanti di aver fatto chiudere ospedali, scuole, centri culturali ed asili per mancanza di fondi, aumentando i prezzi degli affitti e dei trasporti pubblici e di aver privatizzato ambulatori ospedali e fabbriche.   

martedì 19 giugno 2012

Comunicato su una recente occupazione nel comune di Tolfa (nord di Roma) e il suo repentino sgombero

“L'IMPROBABILE” NON E' IMPOSSIBILE

Qualche giorno fa abbiamo occupato tre casali in un terreno nella campagna romana, non troppo distanti e ben collegati con la città. Dopo quattro giornate di condivisione e autogestione la sbirraglia locale contenta ed incredula di poter entrare in azione, ha ristabilito la normalità. Giustizia è fatta:uno spazio abbandonato da 25 anni torna a morire. Un'occupazione in provincia perché anche qui gli attacchi dello stato sono sempre più evidenti, dalle discariche ai mega parchi di antenne radiofoniche, dalle imponenti aree industriali alle ecologiche distese di pannelli solari o pale eoliche. Tuttavia lontano dagli echi dei motori e delle sirene resistono atteggiamenti solidali e pullulano soluzioni autogestite, illegali o illegalmente autogestite. Pensiamo che tutto ciò rappresenti un terreno fertile per l'incontro tra individualità diverse e per la condivisione di strategie di lotta contro ciò che ci opprime quotidianamente. Vivendo nel presente le relazioni che immaginiamo in un mondo liberato, vogliamo sperimentare  forme di vita basate sull'autoproduzione e lo scambio, lontane il più possibile dai ritmi frenetici che tentano di imporci. L'idea non è certo quella di creare il micro mondo che balli il più possibile al limite delle relazioni di sfruttamento, in quanto non c'è modo di soffocare le individuali rabbie che ciascuno di noi coltiva nei confronti di ogni forma di autorità. Così come il capitalismo è riuscito a limitare le relazioni tra le persone, è riuscito anche ad alienarci da noi stessi, a partire dalle sempre più ridotte possibilità che riusciamo a immaginare. In un sistema in cui il sapere viene venduto nelle scuole e nelle università, tutto ciò che ne resta fuori non è necessario conoscerlo; in un sistema basato sull'irrefrenabile produzione, sul continuo sviluppo tecnologico e la devastazione della terra, tutto ciò che è differente non è utile; in un sistema in cui le relazioni sono mediate da diverse forme di polizia, tutto ciò che è autogestito e orizzontale è una forma di un conflitto. Sappiamo bene che uno sgombero è una parte del percorso di ricerca di un simile spazio, è solo un buon momento per studiare le prossime mosse. Probabilmente incontreremo nuove difficoltà, ma che queste ci scoraggino è altamente improbabile. Che rinunciamo a questa corsa, è impossibile.
"OPERAZIONE ARDIRE":COMUNICATI DI SOLIDARIETA' E INDIRIZZI

TRENTO - SOLIDARIETA' IN STRADA
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 13 Giugno a Trento una ventina di compagni e compagne sono scesi in strada in solidarietà con gli anarchici arrestati all'alba dello stesso giorno e con gli indagati nella medesima operazione repressiva. Interventi a megafono, slogan, striscione ("Solidarietà con gli anarchici arrestati. Terrorista è lo stato"), blocchi del traffico e brevi cortei in diversi punti della città per affermare alcune "banalità di base":che la repressione e il terrorismo mediatico non piegano la vicinanza e la solidarietà ai nostri compagni arrestati, che se sbirri, politici e media sperano di innescare il gioco infame dei distinguo e delle prese di distanza si sbagliano di grosso, che i prigionieri non sono soli nè isolati, che l'unico terrorista è lo Stato. Un'occasione, inoltre, per rinnovare l'attenzione sulla vicenda di Marco Camenisch (inserirlo in quest'ennesima retata antianarchica è evidentemente la soluzione trovata dallo Stato italiano e da quello svizzero per scongiurarne la scarcerazione, visto l'approssimarsi del suo fine pena) e per ribadire il nostro odio per ogni sbirro, ogni magistrato, ogni galera. Con il cuore vicino agli arrestati e agli indagati. Libertà per tutti.
Solidali di Trento e Rovereto
TESTO DISTRIBUITO DURANTE UN CORTEO SPONTANEO A CATANIA IL 13 GIUGNO
Oltre 40 perquisizioni, 24 avvisi d’indagine e 10 arresti sono il provvisorio bilancio di un operazione repressiva orchestrata dal Pm di Perugia  Manuela Comodi ed eseguita il 13 Giugno dal Ros dei carabinieri .I nostri amici, conoscenti e/o compagni sono accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. In queste ore giornali, televisioni e radio continuano a bombardarci con notizie sibilline quanto allarmanti  che attribuiscono loro la responsabilità di alcuni plichi esplosivi e varie azioni dirette.  In questo momento di crisi lo Stato sembra molto preoccupato, ma ad attirare le sue attenzioni non sono il caro vita, la disoccupazione, la diminuizione repentina del potere d’ acquisto, la situazione critica dei servizi sociali, i nuovi poveri e i diseredati. La sua paura crescente è piuttosto che qualcuno possa smascherare il ruolo e le connessioni che lo Stato e il sistema del capitale hanno nella miseria umana che imperversa nella vita attuale. Non ci importa se i dieci arrestati siano o meno colpevoli, quello che ci preme evidenziare è che ad essere rinchiusi, privati della libertà e dei loro più cari affetti sono dieci persone che hanno dedicato fatica e speso ogni energia nella lotta, senza risparmiarsi mai e senza chiedere nulla in cambio. Le loro lotte, quelle  contro i lager per immigrati e contro il razzismo, quelle contro il dominio incontrastato delle banche nella gestione dell’economia, quelle contro le arroganti multinazionali e il loro nocivo sistema di produzione, quelle contro lo Stato e le altre autorità nella gestione delle nostre vite, sono anche le nostre lotte. La nostra solidarietà va non solo agli arrestati e agli indagati ma anche a tutti i parenti, gli amici e i coinquilini che le forze dell’ordine non hanno esitato a scomodare vessando, perquisendo e molestando con lo scopo di spaventare ed isolare, in pieno stile mafioso. Non saranno le solite montature giudiziarie a spegnere il bracere del conflitto sociale, la detenzione non arresterà la lotta per un mondo libero dalle gerarchie e dallo sfruttamento.
PER INVIARE LETTERE E TELEGRAMMI AGLI ARRESTATI
Stefano Gabriele Fosco, Elisa Di Bernardo - Via Don Bosco, 47, 56127 Pisa
Alessandro Settepani, Paola Francesca Iozzi - CC Capanne, Via Pievaiola 252, 06132 Perugia
Sergio Maria Stefani - CC Regina Coeli, Via Della Lungara, 29, 00165 Roma
Katia Di Stefano - CC Rebibbia Femminile, Via Bartolo Longo, 00156 Roma
Giuseppe Lo Turco - CC Marassi, Piazzale Marassi, 2, 16139 Genova
Giulia Marziale - CC Teramo, Contrada Castrogno, 64100 Teramo
Da segnalare anche la perquisizione nelle case di tre compagni a Napoli ed una a Spigno Saturnia. I Ros hanno sequestrato computers, hardisk, penne usb, cellulari, opuscoli, mensili, volantini e lettere di corrispondenza con i prigionieri. Perquisiti un compagno e una compagna in provincia di Lecce; sequestrati lettere e un computer. Anche a Roma perquisita l’abitazione di una compagna; sequestrato diverso materiale informatico e cartaceo.
Foto:il Trivio dei Tumultuosi (Firenze) dopo il passaggio del Reparto Operazioni Sporche il 13 Giugno.

lunedì 18 giugno 2012

30/06 - 01/07:2° FESTA POPOLARE ANTILEGHISTA A CUNARDO (VA)

In passato, il leghismo ha cercato di reinventare le tradizioni locali trasformandole in una specie di folklore farsesco, a cui non è più possibile credere. Per anni la retorica del tradizionalismo è stata una bandiera, gli anni in cui il carroccio ha creato il proprio sistema di potere. Ora quella bandiera è uno straccio: a malapena riesce a coprire le magagne di questo partito agli occhi dei suoi stessi seguaci. Alla cultura di partito, strumentalizzata dal leghismo per dividere, per governare e fare affari, noi preferiamo una cultura popolare genuina, attenta a non farsi colonizzare e strumentalizzare dai burocrati della politica, rispettosa di sé quanto degli altri. Una cultura attenta ai luoghi in cui vive, cosciente del proprio passato quanto del proprio futuro, generosa, accogliente. Ci hanno raccontato per anni che il problema delle nostre terre era il "diverso", prima il “terrone” poi anche lo “straniero”. Tanti ci hanno creduto. Ora è evidente che i problemi stanno da un'altra parte:la casta politica, tutta intera, tutta intenta ai propri affari; l'economia e la finanza, che governano in nome del proprio profitto e ci spolpano; l'affare, quello “pulito” quanto quello “sporco”, che ha portato al peggioramento delle condizioni di vita di noi tutti, deteriorando l'ambiente in cui viviamo, la vivibilità dei nostri paesi, la qualità dei prodotti e del cibo, le paghe e le condizioni di lavoro. Ci raccontino ancora, mentre si riempiono le tasche, che il nostro problema è l'immigrazione. Che la soluzione sono la discriminazione e la disuguaglianza. Per noi no. Noi pratichiamo la solidarietà, l'uguaglianza, l'equità fra tutti gli esseri umani. Il leghismo ha usato per i propri scopi una forte propaganda regionalista, ma per vent'anni ha partecipato alla promozione delle peggiori opere di inquinamento e devastazione dei territori, imposte alle popolazioni locali e accolte come una manna dalle amministrazioni, anche quelle “verdi”. La nostra regione è una colata di cemento continua:chi ci guadagna? Noi no. Noi crediamo in un rapporto delle comunità coi territori in cui vivono che sia di simbiosi e non di sfruttamento. Che sia di cura, non di svendita. Che sia di custodia per le generazioni a venire, non di consumo imponderato. L'anno scorso abbiamo incontrato tantissime persone stanche di sopportare l'arroganza, il razzismo e le falsità del leghismo. Quest'anno vogliamo raddoppiare il nostro impegno ed abbiamo organizzato 2 giorni di Festa Popolare Antileghista. Di nuovo un'occasione di incontro, solidarietà e scambio di idee. Di nuovo un appuntamento con buona tavola, musica, giochi, cultura, divertimento. Sarà una festa nel segno dell'uguaglianza e della libertà: sarà quindi una festa antileghista, ma non ci sarà spazio per i "nazionalismi" di alcun tipo, né per le bandiere politiche e di partito. Ah! Dimenticavamo di "dire la nostra" anche sulle ultime novità, visto che il più celebre motto del leghismo è "Roma ladrona":proprio nei ministeri e nel parlamento romani la Lega Nord accumula denaro per comprare lingotti d'oro e diamanti, oppure per investire all'estero...E noi già immaginavamo che avrebbero scelto un paese come la Tanzania, anche perché il piatto più consumato in quasi ogni regione d'Africa è...la polenta.

Né italiani, né padani, ma esseri umani.

Festa Popolare Antileghista 2012.
Tutta un'altra storia.

sabato 16 giugno 2012



"Il 12 Giugno si è tenuta a Monza la terza udienza del processo a carico degli e delle antirazzisti/e fermati il 16 Maggio 2009, accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Alla prima udienza abbiamo indetto un presidio in piazza con volantinaggi ed interventi, alla seconda udienza, dove sono stati sentiti i testi della difesa, un sostenuto spiegamento di antisommossa ci aspettavano per le vie di Monza nei pressi del tribunale, ma son rimasti completamente spiazzati, in quanto noi non abbiamo partecipato, mentre questa volta abbiamo deciso di rispondere attacchinando tutta Monza per riaffermare la nostra aperta ostilità verso chi è complice di guerre e galere!"

CLICCA QUI PER VEDERE IL MANIFESTINO IN FORMATO PIU' GRANDE:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/poster-copia.jpg

venerdì 15 giugno 2012


Voci e rumori, messaggi nella notte.
Fuori dai tuoi sogni, fiumi di parole...
Ricambio umano.
Linguaggi forzati, sirene spiegate.
Occhi insanguinati nel vuoto del cemento.
Il sangue della notte supera le voci.
Lacrime di sangue si espandono nel suono.
Nessun sentimento, solo un ricambio.

I Quinto Braccio (ovvero quella che era la sezione per i detenuti politici nel carcere milanese di San Vittore) si formarono nel capoluogo "piemuntes" nel Febbraio del 1982 e si sciolsero nel 1984. La prima "line-up" vedeva Sergio alla voce, "Tax" alla chitarra, Orlando al basso e Paola alla batteria. Pochi mesi dopo Orlando passò alla batteria sostituendo Paola, ed entrarono quindi Filippo al basso e Mara come seconda voce. In quei due anni riuscirono soltanto a produrre una Tape dal titolo "Vanchiglia demo" (1982), e l'unica registrazione apparsa su vinile fu il brano "Mai più tortura" (pezzo contro la violenza nelle galere) sull'EP compilation "Papi, Queens, Reichkanzlers & Presidenti", pubblicato dall'etichetta indipendente Attack Punk Records (Bologna). Parteciperanno però ad altre compilation ancora su cassetta sia italiane ("Assillo Politico" e "Torino 198X") sia internazionali ("Music on fire" per l'etichetta BCT e "Lorteland" per la Boston Tea Party Tapes). Il gruppo aveva giustamente una forte impronta politicizzata ed affrontava, oltre appunto tematiche quali la merda carceraria, anche nucleare, repressione e "vita" metropolitana. Dopo lo scioglimento, Orlando e Sergio fecero parte di alcuni gruppi cosiddetti "storici" della "scena" punk italiana anni '80 come i Negazione (alla cui batteria suonò per un periodo niente di meno che quella testadicazzo di Neffa), gli straight-edge* Declino (che si sono riformati anni fa, ma da quel poco che so non me ne frega un cazzo e preferisco ricordare quelli vecchi), i Kollettivo, i Contr-Azione ed i Panico (questi ultimi sono ancora attivi dal 1988).

*In breve no alcol, no fumo, no droghe, no sesso occasionale.
A. (2010/2012)

giovedì 14 giugno 2012

Mezcal squat  (Bus 33 e 33/, Metro capolinea Fermi, treno linea Torino, Susa, Bardonecchia)

Torino:sgomberato il No Way Squat


12/06/2012 - Oggi, all'alba, la polizia ha fatto irruzione al No Way squat, si sono introdotti sfondando le porte e spintonando gli occupanti barricati al primo piano, non contenti, almeno una decina di agenti alla ricerca di non si sa chi o cosa sono entrati nella stanza di una occupante, filmando e invadendo gli spazi personali, senza alcun riguardo. Una volta allontanati hanno prontamente risposto da machisti autoritari quali sono. Un'irruzione in pieno stile militarista, con un commando capitanato dagli uomini della Digos supportati da celere, commissariato San Donato, polizia municipale e vigili del fuoco; Non stiamo a sottolineare i miseri commenti compiaciuti dopo aver sfondato l'ultima porta. A questi difensori della legalità poco importa della sorte degli animali umani e non che stavano sgomberando. Forse nella loro foga adrenalinica in difesa del potere traggono qualche gratificazione personale tramite la sopraffazione di individui che non si piegano al sistema, mentre loro, difensori e alfieri della repressione, nella vita di tutti i giorni altro non sono che complete nullità, che ricevono ordini a cui obbediscono alla cieca alla stregua di automi infarciti da luoghi comuni e mediocrità, senza individualità alcuna! Del resto anche gli operai, molti dei quali immigrati, della ditta appaltatrice dei presunti lavori di riqualificazione sono entrati senza porsi nessun tipo d'interrogativo sul tipo di lavoro che stavano per andare a compiere, anche loro servi silenti e striscianti ai piedi del loro padrone. Con questi ultimi si sono avuti attimi di attrito, quando nel cercare di entrare con un grosso camion nel cortile del No Way squat, hanno rischiato d'investire alcune persone presenti durante lo sgombero, ma la presenza in forze della polizia gli ha concesso di continuare il loro "lavoro" ben contenti, e sorridenti eseguivano gli ordini.  Come diceva qualcuno:"Il nemico si trova in ogni bocca che parla il linguaggio del dominio, ed in ogni coscienza che lo tollera...". I pennivendoli collaboratori della questura ci hanno definiti con termini quali:"anarco-animalisti" termine che denota una completa ignoranza verso un'area politica con connotati ben definiti, del resto poco importa delle ideologie politiche che vengono portate avanti. Basta reprimere, sgomberare, indagare e denunciare...Noi siamo Veganarchici-Antispecisti! Non siamo animalisti in quanto non auspichiamo a banali riforme. Vogliamo l'annientamento di questo sistema basato sul dominio e sullo specismo. Le nostre idee, che con tanta fatica cercano di catalogare rinchiudendole all'interno di uno schema a cui dare un nome, non restano rinchiuse in sterili demagogie e sgomberandoci non porrete fine alla nostra lotta....Scrivono che ci siamo allontanati in maniera pacifica, cosi i viscidi politicanti del comune e della quarta circoscrizione con al timone un uomo del PD, possono uscire "puliti" e "democratici." Nella realtà dei fatti siamo stati circondati da una decina di caminonette e una ventina di digos che hanno immediatamente sequestrato i telefoni impedendoci di poter comunicare con l'esterno e non facevano avvicinare i solidali accorsi in difesa dell'occupazione...Gli animali che sono stati tratti in salvo immediatamente grazie al proverbiale "mutuo soccorso anarchico" hanno rischiato una fine drammatica, essendo per accezione animali da reddito e non da affezione, tant'è che in zona sono stati visti un furgone dell'Amiat insieme ad un mezzo per la "cattura animali" del canile di torino scortati dai carabinieri. Al No Way squat in un anno di occupazione abbiamo ridato vita ad un area abbandonata e lasciata al degrado per più di dieci anni. Abbiamo creato spazi di convivialità e aggregazione per il quartiere; Dato vita a nuove forme di rapporti portando avanti realtà quali: Food not Bombs, laboratori di cucina "cruelty free", iniziative Antispeciste, una ciclofficina, laboratori di saldatura e molto altro ancora dimostrando che vivere autogestendosi riprendendoci gli spazi è possibile; Ma più di tutto vorremmo evidenziare il fatto che al No Way squat hanno trovato casa molti individui "invisibili" sfruttati e reificati dal sistema del profitto ovvero:gli animali non umani. In questa occupazione siamo stati in compagnia di un capretto e di una pecorella salvati dal macello e di altri animali che, insieme a noi, vivevano la loro vita come dovrebbero, senza essere considerati referenti assenti, bensì individui! 

Contro ogni gabbia.
Ci riprenderemo le case e le strade.
A presto!

Gli occupanti del No Way squat

sabato 9 giugno 2012

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE IN SOLIDARIETA'
AI CONDANNATI PER GLI SCONTRI DI GENOVA DEL 2001

Il 13 Luglio si terrà, presso la Corte di Cassazione di Roma, l'ultimo grado di giudizio del processo contro 10 tra compagne e compagni condannati per aver partecipato agli scontri avvenuti a Genova, nel Luglio 2001, in occasione del vertice del G8. Gli imputati sono stati condannati dal tribunale di Genova a pene pesantissime, dai 10 ai 15 anni, e ora le sentenze rischiano di diventare esecutive. In dieci fungono da capro espiatorio:tramite loro lo Stato vuole attaccare le centinaia di migliaia di persone che scesero in strada quei giorni e in primo luogo quelli che contribuirono a scatenare la rivolta contro l’arroganza dei potenti. Non accettiamo la rappresaglia di Stato; colpire questi compagni significa sferrare una pesante offensiva contro l’intero movimento. Nel frattempo i responsabili dei massacri indiscriminati,  dell’incursione alla scuola Diaz, delle torture di Bolzaneto e dell' assassinio di Carlo Giuliani dormono sonni tranquilli e vengono premiati per le loro operazioni di "bassa" macelleria. Riteniamo che sia una nostra precisa responsabilità esprimere solidarietà ai compagni condannati, denunciare e respingere questa manovra repressiva, rivendicare il valore delle giornate di Genova. Riteniamo inoltre che in questo periodo di violenti attacchi da parte del sistema capitalista ai danni degli sfruttati, sia importante contrapporsi alla criminalizzazione di tutte quelle lotte che fuoriescono dai ristretti spazi del consentito…Criminalizzazione che passa anche attraverso le pesanti condanne attribuibili grazie all’utilizzo del reato di "devastazione e saccheggio". Per queste ragioni è importante dare vita a una mobilitazione in sostegno ai condannati. Lanciamo quindi un appello di solidarietà internazionale per dare corso ad iniziative e azioni nella settimana precedente il processo. Inoltre, invitiamo tutti a partecipare al presidio di solidarietà che si terrà il giorno dell’udienza presso la Corte di Cassazione di Roma, per fare sentire direttamente la nostra voce agli inquisitori.

06-12 LUGLIO
Giornate di mobilitazione
13 LUGLIO
Presidio sotto la Corte di Cassazione a Roma

Anarchici e Anarchiche

giovedì 7 giugno 2012





S.B. del Tronto:iniziativa contro i progetti di devastazione

Qui nel sud delle Marche abbiamo un po' di problemi con una centrale di stoccaggio di gas (tipo quella in progetto a Rivara, che in seguito al terremoto è stata ripensata), vista, anche qui, la zona sismica e, ancora di più, alluvionale (il fiume Tronto, vicinissimo, esonda se piove per più di dieci minuti). La DIGOS, naturalmente, non apprezza. Ha perciò risposto schedando una decina di incensurat* impegnati sul territorio, appellandosi al testo unico del '26 per classificarl* sospett* e pericolos*. Abbiamo deciso di rispondere con due iniziative:la prima, ad Ascoli Piceno, tenutasi Sabato 2 Giugno. Era nei nostri pensieri da un po' ed è partita dalla proiezione di "Fratelli di TAV" e "I peccati della maddalena", ma non sono mancati i dovuti richiami alla nostra situazione territoriale. Il secondo evento si terrà il 9 Giugno e sarà più specifico, visto che si terrà nel quartiere dove verrebbe costruita questa centrale di stoccaggio.


Parlano di vita, di un domani, di un futuro, e il progresso della scienza incombe alle porte del 2.000. Ma quale progresso? Forse quello che spinge sporchi truffatori a distruggere tutto ciò che ci sta intorno? Ma tu sapevi che per fini lucrativi muoiono torturati più di un milione di animali al giorno? Ma tu sapevi che per fini commerciali si distruggono centinaia d'ettari di foreste equatoriali al giorno? Dimensione progresso, dimensione regressoE' il prezzo del progresso gestito dal capitalismo. L'unico apprezzabile obiettivo è il tornaconto. L'hanno insegnato secoli di storiaPer questo padronato ed alleata chiesa sono colpevoli di questa... Dimensione progresso, dimensione regresso.

Video live al C.S.A. Indiano (Firenze, "R.I.P."), 1987

http://www.lovehate80.it/video/infezione/infezioneADSL.html

Ucraina:azione diretta contro il massacro dei cani randagi

Traduzione del comunicato:

Così il 9 Maggio, ci siamo avvicinati ad un luogo utilizzato come discarica per rifiuti solidi. Il nostro obiettivo era la  società incaricata della cattura e dello smaltimento di animali randagi, le gabbie con i cani randagi catturati, i forni crematori e l'ufficio aziendale. Vale la pena ricordare che l'ufficio aziendale sfoggiava un cartello che diceva "Veterinario". Servizio di assistenza animale nel mezzo del mucchio di spazzatura -  un paradosso della civiltà.  I servizi di cura degli animali dovrebbe lavorare per il bene degli animali, non per le autorità comunali. Tuttavia, non siamo riusciti nel nostro piano per danneggiare o distruggere l'intera infrastruttura:il putiferio sollevato dai cani imprigionati poteva allarmare la guardia notturna che opera durante quelle ore. Alcuni minuti dopo sono comparsi un branco di cani randagi. Si è saputo che vengono utilizzati come guardie extra, per vigilare su eventuali fughe degli altri cani o eventuali sabotaggi. E' ironico come questa attività riproduce il modello  della "vittima-guardia carceraria", dove i randagi che vivono presso il sito si guadagnano da vivere condannando  altri cani. Proprio come gli "ebrei collaborazionisti" che scelsero di sostenere la legge e l'ordine nei campi di sterminio nazisti. Così abbiamo iniziato con un "bombardamento" (ovviamente trattasi di ordigni rudimentali, non di fabbricazione militare, probabilmente "stile molotov", n.d.r.) al forno crematorio e poi concluso con una bomba di gas all'interno del forno. Abbiamo fatto questo sotto le luci di un camion della nettezza urbana e sotto la vista dei lavoratori dello stabilimento. 20 minuti dopo la bomba di gas è scoppiata con il caratteristico "boobooh". Questo è il nostro rito di purificazione per le anime dei cani cremati. Non  abbiamo esperienza nel far saltare in aria i forni crematori, né abbiamo le grandi aspettative per quanto riguarda l'esito di questo attacco. Una legge terribile  è passata alla vigilia dell'Europeo di calcio che si svolgerà quest'anno in Ucraina. Parliamo degli animali che non scelgono di vivere le strade della città, ma finiscono lì per la volontà umana e per la logica dello sviluppo della civiltà. Bene, le maschere degli uomini che fingono di aver cura degli animali sono cadute:i servizi comunali sono tenuti a cacciare e uccidere i nostri fratelli e sorelle a quattro zampe. Si tratta di una sanguinosa pulizia in attesa di ospiti provenienti dall' "Occidente civilizzato". Ed è la stessa merda che è stata effettuata in Russia, diversi anni fa, per  l' "Eurovisione". Gli attivisti russi e ucraini per i diritti degli animali stanno organizzando veglie e cercano di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione, mentre i crematori di questi campi di sterminio moderni continuano ad uccidere senza sosta. Questa azione è il nostro magro contributo per la causa comune. Piccolo e insignificante nel quadro generale, ma pieno di sincero sdegno e determinazione. Gli animali sono costretti a vivere nel mondo degli esseri umani. In un mondo in cui anche molti esseri umani non vorrebbero vivere:un mondo in cui le statistiche, le entrate previste e le entrate regnano sul valore della vita. E' difficile non notare la crudeltà nei confronti di coloro che stanno "sotto" nella gerarchia delle specie cosi come la crudeltà e la freddezza nei confronti di altri esseri umani.  E viceversa:se ci viene insegnato che è giusto vivere in un sistema carcerario per gli esseri umani (con tutti i suoi attributi macabri e le caratteristiche di repressione e di coercizione), sarà quindi più  facile per noi concordare l'esistenza dei campi di sterminio per  degli animali "minori"? Queste relazioni duali succhiano da noi tutto ciò che resta di umano e di dignitoso.

martedì 5 giugno 2012

NU.PEZ
(Serigrafando benefit)

Ogni messaggio che viene lanciato è una potenziale scintilla per accendere riflessioni, critiche, consapevolezze e successivamente (speriamo) trasformarsi in gesta ed azioni mirate a stravolgere questo mondo basato sul dominio. Anche i vestiti possono diventare un veicolo per trasmettere dei contenuti. Per questo abbiamo deciso di creare NU.PEZ:una serigrafia benefit contro la repressione. Offriamo a campagne di lotta, gruppi musicali, individui, la nostra capacità:Serigrafiamo le tue stampe! Scegliamo maglie il cui cotone è coltivato in maniera biologica ed equosolidale, optando, purtroppo e consapevolmente, per il “meno peggio”:cerchiamo di contenere lo sfruttamento e l’inquinamento che comunque esistono dietro ad ogni merce industriale. Lasciamo a chi ci affida le stampe la libertà di decidere quanti soldi offrirci. Noi ci limitiamo ad informarvi sulle spese che abbiamo avuto. Il ricavato servirà a supportare attivist* anarchic*, antispecist*, ecologist* che necessitano denaro perchè colpit* dalla repressione di chi ci vorrebbe silenzios* e complic* di una realta’ costruita sullo sfruttamento e sulla schiavitù. Anche un progetto semplice come NU.PEZ racchiude la nostra pulsione e il nostro entusiasmo nella lotta per la libertà.

sabato 2 giugno 2012

 Terremoto:raccolta materiale alla Scintilla squat (anche spedizioni)

Per la solidarietà, contro il controllo sociale e la militarizzazione emergenziale.

Al momento attuale, dalle zone colpite dal terremoto è stato richiesto il seguente materiale:
Assorbenti
Pannolini (bambini/e)
Pannoloni (anziani/e)
Materassini da campeggio
Dentifricio
Spazzolini
Saponette
Carta igienica
Lenzuola
Reti per letti/brande
Giochi per bambini (tipo album da colorare/pennarelli)
Detersivo e prodotti igienizzanti
Posate, piatti e bicchieri di plastica
Scatolame e cibo non deperibile:

Zucchero, cracker, pasta (possibilmente stock dello stesso tipo), scatolette, sale, caffé.

La Scintilla è in Via Attiraglio 66 (C.A.P. 41122) a Modena, e sarà aperta tutti i Martedì ed i Venerdì di Giugno dalle 20:30 alle 24:00 per la raccolta del materiale (nel caso di spedizione di pacchi postali avvisare anche tramite mail, qui:lascintilla@autoproduzioni.net). Tutto il materiale raccolto sarà distribuito direttamente alle famiglie colpite dal sisma e/o ai campi autogestiti dalla popolazione, senza utilizzare i canali della protezione civile, dei partiti o di altri intermediari istituzionali.

Stamattina, agenti della digos e carabinieri hanno sgomberato la spazio anarchico liberato la “Gatta Gnuda”  facendone immediatamente seguire la sua distruzione con l'intervento delle ruspe manovrate dai soliti conosciuti operai mercenari. Lo spazio, recuperato e rivitalizzato, era stato restituito al godimento e all'uso collettivo...Il tempo é stato poco ma questo é solo l'inizio!!! Tenetevi pure le macerie, noi puntiamo all'universo.

TUTTI IN CULO...SI VA AVANTI!
Quelli/e della Gatta Gnuda
Firenze, 30/05/12