lunedì 31 dicembre 2012


Sopportare le vostre discriminazioni basate sugli averi ma fondate sul senso di inferiorità che rode come un verme le vostre coscienze di inetti, dominati dall'invidia sotto il peso della colpa per il non riuscire a reagire, che vi porta ad usare come bersaglio chi lo fa. Sopportare le vostre maschere per strade che percorrete con passi da cadaveri ambulanti e che disconoscete nel vostro offuscamento. Sopportare il vostro odio. Sopportare l'idea che appena avete la possibilità colpite e che siete e sareste capaci di schiacciare, umiliare e anche uccidere o far morire chiunque in nome delle vostre aspirazioni materiali ed egoistiche, o anche solo per assaporare il gusto perverso di fare del male nel tentativo di risalire la china. Sopportare di dover pagare per voi. Sopportare la falsità terrificante delle vostre gesta, parole e vite. Sopportare questa specie di ritardo mentale (auto) imposto che è la vostra ignoranza devastante, autentico processo di decomposizione cerebrale che accettate e chiamate "maturità". Sopportare l'inevitabilità del dovervi più compatire che apprezzare. Sopportare il vostro ipocrita “Vivi e lascia vivere”. Sopportare la vostra concezione dell'amore che è poco più di un assurdo groviglio di giochi psicologici da sottomissione/dominio in una domestica, chiusa, opprimente, menzoniera, possessiva, codarda e appicicaticcia  fuga di merda. Sopportare come tutti gli anni la vostra vomitevole, pallosa e consumista celebrazione della nascita fiabesca di uno stronzo fra ninnoli regalati per forma con sorrisi falsi, luci e lucette, alberi di plastica piantonati in salotto, dolcetti e animali morti uccisi per riempire i vostri stomaci e il vostro ego specista. Sopportare, come tutti gli anni e come stasera, i vostri stupidi festeggiamenti. I parassiti collaborazionisti in queste ore aspettano di "tagliare il nastrino" come fanno i loro capetti delegati e sono tutti "amiconi". Scoppiano petardi, si agghindano, si incuneano nei localini, brindano e si gettano teatralmente nella mischia alla ricerca disperata di fiche, cazzi, culi e consensi. Patetico e merdoso picco massimo di un'energia risucchiata dall'abbandono nel dolore e nella rassegnazione, esultanza priva di significati, vuota, superficiale e offensiva, nell'oltrepassare il limite immaginario di un altrettanto immaginario involucro temporale. Vaffanculo. In nome di un sano, aperto e rispettoso dialogo/confronto democratico fra cittadini.
A. (2009)
MACERIA OCCUPATO
Ogni giorno pranzi e cene vegan, recupero cibarie, banchetti informativi, laboratori autoproduzioni, mercatino del baratto...Ogni Lunedì e Giovedì, alle 18.30, assemblea di gestione (vieni a proporre le tue idee).

MACERIA OCCUPATO
Via Maceri n°22 (parallela di Via G. Regnoli, Forli')

domenica 30 dicembre 2012

CAPODANNO DAVANTI AL CARCERE DI COSENZA
Il 31 Dicembre, come ogni anno, invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio di solidarietà davanti la Casa circondariale di Via Popilia a Cosenza per far sentire la nostra vicinanza a chi è privato della libertà e ribadire la nostra totale avversione contro il sistema carcerario e repressivo. APPUNTAMENTO ALLE ORE 18. COSENZA CONTRO IL CARCERE!
CAPODANNO AL GARAGE ANARCHICO
DALLE 19, APERITIVO/CENA VEGETARIANA A 10 EURO
(INCASSO BENEFIT PER I PRIGIONIERI DELL’INCHIESTA “ARDIRE”)

GARAGE ANARCHICO
CHIASSETTO S. UBALDESCA N. 44
ZONA SAN MARTINO (PISA)

martedì 25 dicembre 2012

U.S.A.:DOPO 7 ANNI DI CARCERE RILASCIATO DANIEL MC GOWAN

Daniel Mc Gowan, prigioniero "Green scare", è stato rilasciato dal carcere speciale CMU (Communication Management Units) di Terre Haute, nell’Indiana. Negli ultimi 4 anni Daniel Mc Gowan è stato incarcerato in due di queste CMU, che restringono radicalmente la comunicazione del prigioniero con l’esterno. I detenuti nelle CMU hanno diritto solo a qualche minuto di telefonata al mese, e durante le visite nessun contatto fisico è permesso. Mc Gowan era stato arrestato nel Dicembre del 2005 (ed imprigionato un anno dopo) con l’accusa di aver partecipato a due incendi rivendicati dall’Earth Liberation Front in Oregon:uno contro l’industria del legname alla Superior Lumber Company (2 Gennaio 2001) e l’altro contro le modificazioni genetiche alla Jefferson Poplar Farm (21 Maggio 2001). E’ uno dei/delle pochi arrestati nell’operazione Green Scare a non aver infamato i/le suoi/sue compagni/e. Nei prossimi mesi Daniel McGowan dovrà vivere in una "Halfway house" (semilibertà) a New York, dopodiché rimarrà per tre anni in una condizione di libertà vigilata.

giovedì 20 dicembre 2012

DA ROMA A TOLMEZZO PERCHE' NESSUNO E' SOLO
PERCHE' NESSUNA E' SOLA

Da alcuni mesi, attraverso numerose corrispondenze e la determinazione dei detenuti del carcere di Tolmezzo (Udine) siamo a conoscenza delle infamie praticate abitualmente in quelle mura da parte dei carcerieri. I prigionieri che si sono più esposti, chiedendo di far circolare all’esterno le notizie dei continui pestaggi delle “squadrette speciali”, dell’isolamento punitivo, delle aggressioni e le minacce fisiche e psicologiche da parte del brigadiere di turno, hanno subito la rappresaglia della Direzione del carcere. Ciò che vorrebbe schiacciare e dividere non ha fatto altro che rafforzare la solidarietà, sia dall’esterno che tra i detenuti stessi. Percorsi di vita che s’intrecciano:un presidio solidale di fronte alle mura di Tolmezzo, uno sciopero del carrello contro l’isolamento e in solidarietà con i compagni anarchici imprigionati nel regime AS2 del carcere di Alessandria, i numerosi e spontanei gesti di ribellione alle guardie…La complicità che allontana la paura. La consapevolezza che ogni azione di rifiuto, di non sottomissione, di denuncia, è uno strumento importante nel percorso di liberazione di tutti e tutte. Ma nelle brutalità venute alla luce dall’inferno di Tolmezzo si rispecchiano le storie di tantissimi detenuti e detenute di diverse carceri della Democrazia. In Italia, come altrove, lo Stato, per sua natura, reprime anche attraverso l’utilizzo sistematico della violenza. Niente da chiedere a chi ci opprime. Agire in prima persona invece. Rompere il silenzio, spezzare l’isolamento, non lasciare nessuna, nessuno solo nella lotta per la libertà. Per un mondo senza galere.

VENERDI’ 21 DICEMBRE, DALLE 15.00
PRESIDIO DAVANTI AL MINISTERO DI "GRAZIA E GIUSTIZIA" IN VIA ARENULA (ROMA)
I compagni e le compagne

domenica 16 dicembre 2012

Maurizio e Alessio sono usciti dalle segrete dello Stato, dove erano rinchiusi dallo scorso 26 Gennaio in seguito all’infame operazione contro la resistenza NO TAV orchestrata da Caselli e dal partito dell’alta voracità. Juan, invece, resta ancora agli arresti domiciliari.

mercoledì 12 dicembre 2012


PINELLI E PIAZZA FONTANA...DIMENTICARE MAI!

Giuseppe Pinelli nacque il 21 Ottobre 1928 a Milano. Nel 44/'45 partecipò alla resistenza antifascista nelle Brigate Bruzzi e Malatesta. Dopo la guerra, rimase attivo nel "movimento" anarchico milanese. Nel 1963 si uni' al collettivo "Gioventù Libertaria", e due anni dopo fu tra i fondatori del circolo "Sacco e Vanzetti". Nel 1968 uno sfratto costrinse i militanti alla sua chiusura, ma il 1° Maggio Pinelli fu tra gli inauguratori di uno nuovo, in Piazzale Lugano 31, a pochi metri dal Ponte della Ghisolfa, dal quale prese nome il circolo stesso (tutt'ora esistente)...Si susseguirono quindi al suo interno cicli di assemblee dei C.U.B., i primi comitati di base unitari che segnarono la prima ondata di sindacalismo al di fuori delle organizzazioni sindacali ufficiali. "Pino" fu anche tra i promotori della ricostruzione della sezione locale dell'Unione Sindacale Italiana (U.S.I.), l'organizzazione sindacalista-libertaria. In un periodo in cui gli attentati di matrice fascista erano numerosissimi, il 25 Aprile del 1969 alcuni anarchici furono vittime di una montatura ed accusati per le bombe esplose a Milano alla stazione centrale e alla Fiera Campionaria (saranno assolti nel Giugno 1971). Uno di questi, Paolo Braschi, durante un interrogatorio venne invitato  dal commissario Luigi Calabresi a buttarsi dalla finestra...Pinelli si mosse fin da subito per raccogliere  pacchi di cibo, vestiario e libri da inviare loro in carcere attraverso la costruzione di una rete di solidarietà che potesse servire anche in altre situazioni simili (il collettivo "Bandiera Nera", che pubblicava anche un bollettino di contro-informazione). Alle 16:37 del 12 Dicembre 1969, sempre a Milano, nella sede della Banca Nazionale Dell'Agricoltura in Piazza Fontana, scoppiò una bomba che uccise 16 persone e ne feri' altre 88.  Immediatamente, a dimostrazione di un disegno già preordinato, le indagini seguirono senza alcuna prova la "pista anarchica" e i giornali, ovviamente, partirono con una campagna denigratoria sposando le tesi questurine. Calabresi, 3 ore dopo la strage fermò alcuni anarchici davanti al circolo di Via Scaldasole (nella notte furono fermate più di 80 persone) tra i quali Pinelli, che venne "invitato" a seguire i poliziotti in questura (anzi, lui precedette la "Pantera" col motorino...). Fu quindi messo sotto torchio per tre giorni di fila, e alla sera del terzo venne trovato morto nel cortile dopo essere stato scaraventato giù dalla finestra di una stanza che si trovava al quarto piano (Lunedi' 15 venne arrestato anche l'anarchico Pietro Valpreda, che verrà assolto dopo tre anni di carcere). Un cronista del quotidianello asservito "L'Unita'", Aldo Palumbo, mentre camminava sul piazzale della questura senti' il suo corpo cadere (prima un tonfo, e poi altri 2). Battè su un cornicione, rimbalzò su quello sottostante e infine si schiantò al suolo per metà sul selciato del cortile e per metà sull'aiuola. Nella stanza c'erano, oltre al già citato Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi e Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno, i quali saranno in seguito tutti elevati di grado per merito...Marcello Guida, il questore che nel 1942 era "uomo di fiducia" (scagnozzo) di Benito Mussolini e direttore del confino politico di Ventotene, 20 minuti dopo disse che Pinelli si era suicidato e che ciò "Era un'ammissione di colpevolezza" perchè "L'alibi era crollato"...Gli inquisitori, quindi, tentarono di far credere che si fosse ammazzato perchè coinvolto nell'attentato. Ma ovviamente non era vero. Nel primo mese vennero fornite almeno 3 versioni contrastanti. Gli anarchici accusarono subito gli sgherri di assassinio e i fascisti e lo stato di essere gli autori della strage. Ebbe inizio una forte campagna di contro-informazione e di protesta con libri, assemblee e cortei. Si scopri' che l'ambulanza venne chiamata 2 minuti e 2 secondi prima dell'omicidio (a mezzanotte meno due secondi)...La stanza dell'interrogatorio era larga 3,56 x 4,40m., al suo interno c'erano una scrivania e più di un armadio, e la presenza di 6 sterchi umani rendeva quindi praticamente impossibile che potesse scattare verso una finestra spalancata durante una notte di Dicembre...Pinelli, quindi, cadde "scivolando" lungo i cornicioni del palazzo. Non si diede nessuno slancio, non gridò e non si protesse la testa con le mani come se fosse già inanimato, e infatti lo era...
A. (2009)

"La ballata del Pinelli"
(Claudio Lolli)

lunedì 10 dicembre 2012

COLLEFERRO:CASA CANTONIERA SGOMBERATA

Siamo i ragazzi e le ragazze che dal 2 Maggio a questa parte hanno deciso di utilizzare e restituire alla collettività la casa cantoniera di Colleferro (RM). Questo luogo, abbandonato da qualche decennio, era diventato un covo degradato pieno di siringhe, metadone e rifiuti ingombranti. Le finestre erano murate, le pareti marce. La struttura è sempre stata ignorata, lasciata a sé, abbandonata. Pazientemente e con il solo impiego delle nostre forze abbiamo ripulito tutto e avviato, a spese nostre, una serie di lavori per rimettere in sesto il luogo. Volevamo restituirlo al pubblico per poter organizzare corsi, laboratori, una biblioteca e iniziative di vario genere, il tutto attraverso l’autogestione e l’autorganizzazione di chi lavora e vuole sostenere il progetto. Dopo ben otto mesi di impegno è venuta a farci visita la polizia per ben tre volte, intimandoci di andare via anche attraverso minacce di non poco conto. Il 7 Dicembre 2012 è avvenuto il vero e proprio sgombero del posto. 5 di noi sono stati denunciati e foto segnalati. Mobili, tavoli, libri e tutto ciò che eravamo riusciti a rimediare è stato murato all’interno dell’edificio. Le sedie addirittura bruciate. Dopo tanti lavori e tanta fatica, siamo costretti a vedere di nuovo murate porte e finestre, e tutto sembra voler tornare al precedente stato di degrado. Non possiamo che ipotizzare un’operazione poco lecita, in quanto l’ente preposto alla gestione del luogo non ha sporto denuncia per tutti questi otto mesi. Motivi di ordine pubblico non ce ne sono stati, a meno che rivalorizzare un posto abbandonato non sia un crimine così grave. Da un momento all’altro, l’occupazione di questo stabile, deve essere diventato un problema agli occhi di qualcuno. Questo accanimento è una violenza per tutti coloro che, in questa città, avrebbero voluto veder nascere qualcosa di diverso dalla desolazione, dalla morte sociale, dalla noia e dall’annichilimento della persona. Vogliamo che tutti sappiano cosa è successo, perché siamo convinti che un lavoro fatto di buon senso e bei progetti non possa finire così per un’imposizione cieca, violenta e irrispettosa. Vogliamo continuare questo percorso, nonostante le denuncie, nonostante la cattiveria di chi non vuole capire che di quel luogo ha bisogno un’intera generazione, se non l’intera popolazione dormiente, indifferente o arresa davanti a questo disagiante stato di cose. Chiediamo il sostegno è la collaborazione di tutti. Non possiamo rassegnarci e lasciarci sopraffare. RIPULIRE, RIVALORIZZARE, RESTITUIRE SPAZI ABBADONATI ALLA COLLETTIVITA’ NON PUO’ ESSERE UN REATO!

I RAGAZZI E LE RAGAZZE DELLA CASA CANTONIERA
(casacantonieraoccupata@autistici.org)

GIU' LE MANI DA SAN SALVI E VILLA PANICO!

 

Il cosiddetto “piano di recupero” dell'area di San Salvi (Firenze, n.d.r.) sta per diventare realtà. La Regione Toscana di Rossi, la giunta comunale di Renzi e la ASL dell'Assessore alla Sanità Luigi Marroni sembrano essersi messi d'accordo:così nelle scorse settimane sono stati firmati diversi protocolli d'intesa, preliminari alla delibera che, cambiando la destinazione d'uso dei padiglioni di San Salvi, preluderà alla vendita di due terzi degli immobili e alla trasformazione di tutta l'area dell'ex manicomio in quartiere residenziale di lusso. Va da sé che questo, in tempi più o meno brevi, più o meno lunghi, comporterà lo sgombero di Villa Panico. Sull'operazione San Salvi torneremo a breve. Che essa implichi, di fatto, una privatizzazione non dichiarata del parco, oltre che lo stravolgimento del quartiere che gli sta intorno – in cui aumenteranno vertiginosamente gli affitti – ci sembra evidente. Fa parte di quella stessa logica che vediamo massicciamente applicata in tutta l'urbe fiorentina:il territorio viene svenduto ai privati, palazzi storici diventano alberghi di lusso e sedi di multinazionali, la popolazione più povera allontanata e sospinta nei ghetti della Piana. Per il momento ci limitiamo a farlo sapere, certi che la cosa non cadrà nel vuoto, ma suggerirà qualcosa ai tanti che hanno attraversato e attraversano Villa Panico e sentono l'esigenza di spazi realmente liberati – dalla mercificazione e dall'autoritarismo, dalla noia e dalla miseria – come imprescindibile. Per il resto, siamo certi che non siamo i soli a cui va stretta questa città sempre più vetrine e lustrini, in cui la vita soffoca tra denari e ordinanze, grandi opere e vigili urbani, affitti da strozzini e retate poliziesche. E su questo terreno non mancheranno occasioni di dare battaglia.

CONTRO IL MONDO DELLA MERCE, SABOTAGGIO!
CONTRO LA CITTA' DEI PADRONI, SABOTAGGIO!
GIU' LE MANI DA SAN SALVI, GIU' LE MANI DA VILLA PANICO!

Alcuni panici

LIVORNO REAGISCE ALLA POLITICA DEL MANGANELLO
REPRESSIONE E RIVOLTA

(Dal #38 di Umanità Nova, 9 Dicembre)

La settimana si è chiusa a Livorno con la riaffermazione da parte dei settori più combattivi della città del diritto a manifestare. E’ bene riepilogare i fatti. Venerdì 30 Novembre si teneva a Livorno il comizio di Bersani, in occasione delle elezioni primarie del PD. La sede scelta era il Terminal Crociere, un edificio isolato all’interno di un parcheggio nella zona portuale, a cui si accede attraverso alcuni gradini. Un gruppo di aderenti alla ex-caserma occupata decide di recarsi al Terminal Crociere per contestare pacificamente la presenza di Bersani, in solidarietà con le vittime degli arresti e delle perquisizioni nei confronti di membri del movimento NO TAV. Giunti sul posto trovano un gruppo di lavoratrici della Sodexo di Pisa in lotta per il posto di lavoro. Ma trovano anche il servizio d’ordine del PD spalleggiato dalla DIGOS al gran completo e da un reparto antisommossa. I tentativi di entrare si concludono con tre cariche ed alcuni compagni contusi. L’Ex-Caserma Occupata convoca un presidio per sabato 1° Dicembre, con lo scopo di denunciare le cariche della sera precedente, presidio a cui partecipano anche la Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico e Libertario. I compagni presenti (circa una quarantina) decidono di dar vita ad un presidio itinerante che, dopo alcune soste nel centro della città, si conclude in Piazza Cavour, nella zona pedonale. Poco prima dello scioglimento arrivano i reparti antisommossa di Polizia e Carabinieri che fronteggiano i manifestanti ed intimano di sciogliere il presidio; senza porre tempo in mezzo e senza che ci fossero state reazioni da parte dei manifestanti parte la carica, brutale e violenta come non ce n’erano mai state a Livorno. Nella carica vengono manganellati alla rinfusa manifestanti e passanti:due persone finiscono all’ospedale. Ma, dopo un primo sbandamento, il presidio si ricompone e i compagni rimangono a fronteggiare la polizia, mentre passanti solidali arrivano a dar man forte alle vittime della violenza. Appena la situazione si fa meno tesa e la polizia arretra, il presidio si scioglie e viene riconvocato per il giorno successivo, Domenica alle ore 17, sempre in Piazza Cavour, per riprendersi la libertà di di manifestazione e per dimostrare che non ci si piega di fronte alla repressione e alla violenza poliziesca. Gli anarchici livornesi hanno subito rilevato l’estrema gravità dei fatti di Sabato, un’aggressione a freddo di polizia e carabinieri nei confronti di manifestanti pacifici:scene a cui i cittadini di Livorno non sono abituati; la storica presenza anarchica, nutrita e radicata, la componente antagonista e antiistituzionale hanno garantito nei fatti una notevole agibilità politica; agibilità che evidentemente disturba il manovratore. Per citare il comunicato sui fatti di Sabato: “è proprio l’anomalia Livorno che va normalizzata in un momento in cui le direttive governative sono chiaramente indirizzate in senso repressivo verso qualsiasi tipo di manifestazione di dissenso, dagli studenti, agli ambientalisti, agli operai, in un momento in cui va avanti la fascistizzazione dello Stato e sotto la maschera della legalità si porta avanti la brutalità della repressione e del soffocamento dei diritti più elementari”. Nella giornata di Sabato, le forze dell’ordine hanno fatto vedere ai livornesi un pò di Val Susa, sia per la brutale violenza esercitata contro manifestanti pacifici, sia per l’atteggiamento da truppe di occupazione che hanno tenuto:il pattuglione che ha effettuato la carica si guardava soprattutto da possibili reazioni dei curiosi, e già dopo pochi minuti dopo la carica si trovava circondato da una folla ostile. Domenica 2 Dicembre l’annunciato presidio che era stato indetto in Piazza Cavour, si è trasformato in un corteo che è andato crescendo durante il percorso, fino a raggruppare più di mille persone, che esprimevano ad alta voce la loro protesta contro la polizia, contro il PD, contro il Governo. Livorno si è stretta solidale attorno alle vittime della repressione, e le pratiche messe in opera Domenica pomeriggio, come la reazione popolare di fronte alla prefettura, sono il risultato del comportamento delle forze dell’ordine e delle scelte dei tutori dell’ordine pubblico. A Livorno si registrano i più alti tassi di miseria, disoccupazione, inquinamento, suicidi:hanno tentato di togliere anche il diritto di manifestare, e la reazione è scattata immediata:anziché arrampicarsi sui tetti, o andare in giro con le mani alzate, Domenica pomeriggio in centro non si vedeva una divisa, fuorché quella dei vigili urbani, e anch’essi a debita distanza dalla manifestazione. Il corteo è partito dalla piazza teatro della violenza della polizia, Piazza Cavour, per snodarsi attraverso le vie cittadine fino alla Questura e alla Prefettura dove, la provocatoria presenza della polizia e i cancelli lasciati aperti hanno fatto da catalizzatore alla rabbia, e si sono avuti lanci di oggetti di vario tipo, che hanno costretto a chiudere i cancelli della Prefettura. Il corteo è poi proseguito fino a raggiungere di nuovo Piazza Cavour, dove si è sciolto, lasciando ai partecipanti la convinzione che la prossima volta polizia e carabinieri ci penseranno due volte prima di caricare un presidio pacifico. Ora le istituzioni locali, dopo aver taciuto sulle violenze della polizia, si schierano a difesa delle istituzioni governative, dimostrando quanto i palazzi del potere, locali e nazionali, siano lontani dai sentimenti dei ceti popolari livornesi. Partiti e mezzi di comunicazione riprendono il vecchio ritornello della legalità:quando protestano i lavoratori, gli studenti, i precari, gli attivisti in difesa del territorio c’è sempre qualcosa di irregolare, di illegale. Il Governo intanto si fa beffe si questo ritornello, torce e viola la sua stessa legalità, quella Costituzione su cui ha giurato, se c’è da difendere un privilegio di quelle classi che gli garantiscono il consenso sociale, illudendosi di gestire le ricadute sociali sulla gran massa degli sfruttati con i reparti antisommossa e il manganello. Quanto è accaduto Domenica a Livorno è un brusco risveglio per chi si culla in queste illusioni.

domenica 9 dicembre 2012

LA BRISCOLA E' SOVVERSIVA
(Riflessioni del MaceriAoccupato sull'assurdità schifosa ed ipocrita della legge)


Al MaceriAoccupato (stabile Comunale di Via Maceri 22 a Forlì', occupato dal 23 Novembre) la Polizia Municipale ha recapitato, dopo due tentativi falliti di entrare con la forza all'interno dell'edificio, la notifica di sgombero. Sgombero firmato dal signor democratico sindaco Balzani. Le motivazioni di tale provvedimento sono vergognose come tutte le motivazioni che la legge utilizza per giustificare le ingiustizie più palesi:ci dicono, una tra tutte, che con la nostra occupazione abusiva “degradiamo il patrimonio pubblico e ne impediamo la fruibilità”. Signori delle istituzioni avete la faccia come il culo! Per 6 lunghi anni questo palazzo splendido e immenso è stato chiuso con catenacci e lucchetti alla mercè di muffa, polvere, degrado, abbandono e saremmo noi che lo degradiamo e lo proibiamo al pubblico?! Noi che in poco più di una settimana l'abbiamo fatto rivivere con cineforum, assemblee, musica, pranzi, cene e socialità, noi che vi abbiamo allestito una sala ricreativa per il quartiere che VOI, per legge, avete negato chiudendo tutto?! Noi che teniamo la porta sempre aperta a tutti salvo sbarrarla quando vediamo arrivare le vostre divise pericolose e repressive?! Proprio questa sala ricreativa (denominata “sala Asso di Briscola”) ha destato un ulteriore motivo di denuncia perchè, loro ci dicono, ci permettiamo di giocare a carte senza “aver ricevuto le dovute licenze di polizia”!! NEMMENO PIU' A BRISCOLA SI PUO' GIOCARE SENZA CHIEDERVI PERMESSI! Noi della vostra legge ne abbiamo piene le tasche. Dei vostri diritti garantiti solo a chi ha privilegi, soldi, potere e a tutti gli altri solo privazioni. Noi per necessità abbiamo preso un posto (da voi abbandonato) e lo facciamo vivere, con e per tutti! IL “MACERIAOCCUPATO” VIVE E RESISTE, SENZA E CONTRO I VOSTRI PERMESSI E LA VOSTRA MORTA LEGGE.

Spazio Liberato MaceriAoccuopato
Via Maceri 22 (parallela Via G. Regnoli)
Ogni giorno, alle 18:30, ASSEMBLEA D’AUTOGESTIONE.
Vieni, scopri, proponi, mettiti in gioco.

martedì 4 dicembre 2012





 MERENDE rigenerANTI  D'AUTUNNO 

Allo Spigolo della Biblioteca Anarchica l’Idea (Roma), tra Via Braccio da Montone e Via Fanfulla da Lodi al Pigneto (la biblioteca è aperta ogni Martedì e Venerdì dalle 17.00 in Via Braccio da Montone 71/A). Ogni Martedì dalle 17 dopo il pranzo vegan, durante la merenda, prima della cena. Percorsi di conoscenza verso il ritrovamento di una dimensione empatica nella natura. Mescolanza degli elementi, rapporto con e tra le piante, uso senza sopruso. NELLA LOTTA ALLO SFRUTTAMENTO SUGLI ESSERI VIVENTI, ALLA DELEGA MEDICA E ALLA DIPENDENZA DAGLI SPECIALISMI IMPOSTI DAL DOMINIO, PER LIBERARE FORZE SINERGICHE NELLA PRATICA QUOTIDIANA.


4 DICEMBRE:SAPONI - Nettarsi dall’igienizzazione, cura degli spazi e del corpo senza insudiciare il mondo. 11 DICEMBRE:CRISTALLI - Intro all’energia trasformativa, in armonia con la Terra tra pietre e minerali. Web:http://www.inventati.org/biblidea

lunedì 3 dicembre 2012


DOMANI, A SEGRATE (MI), DALLE 16.30 ALLE 18, NELL'AMBITO DELLA SETTIMANA INTERNAZIONALE CONTRO AIR FRANCE/KLM, PRESIDIO CONTRO IL TRASPORTO DI ANIMALI PER LA VIVISEZIONE (VIA AMEDEO MODIGLIANI 48)...STOP AI VOLI DELLA TORTURA!

Il ruolo che la compagnia aerea Air France/KLM ricopre a livello internazionale nel supportare logisticamente l'industria della vivisezione è ormai tristemente noto. Migliaia di cani, scimmie e altri animali muoiono o subiscono torture a causa della vivisezione. Questa azienda è responsabile insieme ai vivisettori della sofferenza di molti animali. Inoltre, come molte altre compagnie aeree, Air France si presta a trasportare, oltre che animali non umani per l'industria della vivisezione, anche esseri umani che dai centri di detenzione per migranti vengono rimpatriati con la forza, deportati contro la loro volontà, perchè senza documenti e quindi considerati illegali. Ogni anno 10.000 scimmie e altri animali vengono esportate dai loro habitat verso laboratori di vivisezione sparsi in tutto il mondo. Prelevati dal loro ambiente naturale, gli animali vengono sottoposti a numerose fonti di stress e malessere all'interno delle stive di aerei Air France. Un'indagine ha mostrato che una scimmia su nove muore durante il viaggio che a volte può durare fino a 60 ore. L'insensibilità e la cupidigia degli allevatori e di Air France/KLM trasformano la vita degli animali in un inferno di prigionia e dolore. Ogni anno nei laboratori di tutto il mondo tra i 300 e i 400 milioni di animali vengono avvelenati, ustionati, mutilati, sezionati, drogati, immobilizzati per anni in apparecchi di contenzione, lasciati morire di fame o di sete, sottoposti a scariche elettrice, a traumi fisici e psicologici o a cruente operazioni chirurgiche. Questa serie di torture è spesso eseguita senza anestesia, aggravando la sofferenza delle vittime. La gravità e gli effetti degli esperimenti a cui sono sottoposti gli animali nei laboratori non sono tuttavia tollerabili neppure con il palliativo di  strumenti di riduzione del danno come appunto l'anestesia. I laboratori di vivisezione sono luoghi di sofferenza e vanno combattuti. Nei laboratori si sperimentano i prodotti chimici prima di immetterli sul mercato, gli animali sono obbligati a ingerire o a respirare fino all'avvelenamento le sostanze da sperimentare. La loro pelle e i loro occhi vengono utilizzati per testare la resistenza al contatto con tali prodotti. In alcuni casi sono coinvolti in esperimenti che comportano l'induzione artificiale di sintomi o malattie senza la controprova che i risultati ottenuti sugli animali siano validi anche per l’uomo. Le esigenze dei laboratori inoltre sono tali da richiedere ogni anno un alto numero di nuove vittime. Questa domanda crea un vero e proprio mercato speculativo. In Italia sono un milione all'anno gli animali di ogni specie vittime di questo tipo di scienza. La vivisezione è una pratica di dominio e di violenza e Air France/KLM ne è direttamente responsabile dal momento che svolge un servizio fondamentale per tale industria.

BASTA VIVISEZIONE!

 SOLIDARIETA' PER MADDA AL PAGLIARELLI 

    Da tre mesi Madda si trova rinchiusa nel carcere “Pagliarelli” di PalermoDalle varie lettere da lei spedite ad alcuni compagni si è venuti a conoscenza di una situazione veramente esasperante. Da molte settimane la nostra compagna sta subendo innumerevoli soprusi:viene scortata all’aria (pur essendo stata arrestata per un reato comune e non avendo le restrizioni dell’Alta Sicurezza) da vari secondini maschi e non donne come di regola in un braccio femminile, le viene tagliato il sopravvitto, le vengono appioppati rapporti disciplinari e denunce per oltraggio a pubblico ufficiale, le è vietato ogni contatto – anche visivo – con detenute di sua conoscenza, le vengono rigettati tutti i colloqui – ad eccezione della madre che finora non è potuta ancora andare – e, infine, minacciata di morteIn una occasione, mentre la scorta di più secondini la portava all’aria (pratica giornaliera), Madda ha volto lo sguardo verso la sezione AS (come da normativa chiusa da cancelli) per salutare una detenuta da lei conosciuta nel carcere di Rebibbia. Senza nemmeno aver proferito una parola, si è ritrovata il sovrintendente delle guardie faccia a faccia con fare minaccioso. Lo sbirro ha poi cominciato ad urlarle a pochi centimetri dal viso “Calore, ti ammazzo”, aspettando una sua reazione per poterle mettere le mani addossoIl secondo episodio, pochi giorni dopo con il pretesto di una discussione tra guardie e detenute, Madda viene nuovamente fronteggiata dal suddetto sovrintendente, tale Vincenzo Cipolla di Palermo, che dal primo giorno di carcerazione le ha fatto patire minacce, provocazioni, insulti e spintoni. In entrambe le occasioni, tutta la squadra di secondini le ha dimostrato apertamente di non aspettare altro che una sua reazione per poterla massacrareVa comunque evidenziato il notevole problema di sovraffollamento che, come in tutte le carceri italiane, affligge il Pagliarelli. Le minacce sono pratica giornaliera e nell’ultimo periodo, inoltre, si è verificato un suicidio nella sezione A.S. maschileMadda non è mai scesa a patti col nemico e ha sempre lottato con tutto il cuore e l’energia che la contraddistinguono. Più volte coinvolta in innumerevoli inchieste, i cani da guardia dello Stato non smettono di alitarle il loro fiato immondo addossoRilanciamo la solidarietà attiva nei confronti di Madda, invitando i compagni e le compagne di tutte le città a inviare immediatamente telegrammi di solidarietà per rompere il muro di isolamento e di tensione in cui le guardie la stanno costringendo:
 MADDALENA CALORE 
 Casa circondariale di PALERMO – Pagliarelli 
 Piazza Pietro Cerulli n. 1 
 90129 – PALERMO 
TELEFONI*, FAX** ED E-MAIL ALLA DIREZIONE DEL CARCERE
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lunedì 26 novembre 2012

NUOVA OCCUPAZIONE A FORLI'

Via Maceri 22:un edificio di 3 piani, centinaia di metri quadrati, più di 40 appartamenti perfettamente fruibili ma sigillati e  abbandonati:infinite possibilità di utilizzi per la città negate dalla  stessa legge, lo stesso decoro, le stesse istituzioni che definiscono (e puniscono!) "delinquenti" coloro che posti come questo lo riaprono e lo liberano per tutti. A Forlì l'emergeza spazi (abitativi e non solo) la conosciamo bene e la conosciamo da anni:più di 40 persone private di un alloggio già dall'inizio di Ottobre cercavano un tetto rivolgendosi al Comune che li  ha scaricati alla Caritas (che adotta regole umilianti per i pernottamenti fino ad arrivare alle perquisizioni degli effetti personali) senza contare tutti coloro che, perchè privi di un semplice  pezzo di carta, non possono nemmeno domandare assistenza se non al prezzo di finire internati (C.I.E.) e/o cacciati via dal suolo italico. E poi tutti quelli che dormono al parcheggione Montefeltro?! I ragazzi di Forlì senza un solo spazio di socialità alternativo agli alcolici recinti ricreativi di pub e discoteche?! Tutti quelli che vorrebbero proporre iniziative e rinnovare le città e si trovano solo ordinanze poliziesche sempre più restrittive e porte in faccia?! Come conciliare queste evidenti necessità con l'immobilismo colpevole delle istituzioni che, dal canto loro, sono proprietarie di dozzine (se non centinaia) di appartamenti/locali/edifici/palazzi/terreni sfitti e abbandonati?! Noi non potevamo sopportare questa meschina privazione e ci siamo dati una risposta:occupare uno spazio comunale (perciò di tutti) e autogestirlo per dimostrare che un'alternativa radicale si può realizzare, senza più chiedere, senza più confidare nei "delegati", senza mai più chinare il capo di fronte alle ingiustizie ritenute, a torto inevitabili e incontrovertibili. Agire in prima persona. Non per "diritto" ma per necessità.

Spazio Occupato MaceriA
(Parallela corso G. Regnoli)

lunedì 19 novembre 2012


CHI FA DA SE FA PER TRE...GIORNI DI AUTOPRODUZIONI

21 NOVEMBRE - Ore 15:workshop di serigrafia (porta la tua maglietta). Ore 19:aperitivo autogestito. Ore 21:dibattito "Limiti e prospettive della lotta contro i fascisti". 22 NOVEMBRE - Ore 15:workshop costruire un orto pensile con materiali di riciclo. Ore 19:aperitivo autogestito. Ore 21:dibattito "La lotta contro i C.I.E., esperienze tra Torino e Bologna". 23 NOVEMBRE - Ore 10:workshop di pasta fresca e formaggi vegani. Ore 14:pranzo con pasta autoprodotta. Ore 15:workshop di saponi (porta dell'olio, di qualsiasi tipo). Ore 19:aperitivo con formaggi autoprodotti. Ore 21:dibattito "Gentrification:sfratti, sgomberi, espropri. Tra Genova e Bologna". DURANTE GLI APERITIVI, MOSTRE E PROIEZIONI.

BOLOGNA
AULAC AUTOGESTITA (STR.MAGGIORE 45)

venerdì 16 novembre 2012

AD OGNI SGOMBERO UNA NUOVA OCCUPAZIONE!
Oggi, nella mattinata del 10 Novembre, alcuni compagni hanno rioccupato per alcune ore lo stabile in Via dei Giustiniani 19 (Genova, n.d.r.). A causa dell’immediato intervento della digos e di polizia e carabinieri in assetto antisommossa, che non permettevano ai compagni e ai solidali presidianti di avvicinarsi allo stabile, non è stato possibile aprire e liberare dalle lamiere l’edificio sgomberato lo scorso 7 Agosto.  Adducendo la motivazione dello stato di sequestro del palazzo, il PM Scolastico ha disposto immediatamente l’ordine di sgombero e d’arresto dei compagni.  Dopo lunghe trattative, mirate a garantire l’incolumità degli occupanti e il recupero delle attrezzature, la casa è stata abbandonata e i ragazzi all’interno identificati. Non intimiditi/e da questo atto repressivo, poche ore dopo abbiamo occupato un palazzo di proprietà della Telecom in Vico dietro il Coro di San Luca. All’interno di esso verrà portato avanti il progetto di autogestione e le attività sociali che avevamo intenzione di riavviare nello spazio di Giustiniani 19.  Nei prossimi giorni vi aggiorneremo su assemblee ed iniziative. Lo spazio è aperto a nuove proposte. Nessuno sgombero fermerà la nostra lotta. Da oggi ci troverete nella nuova occupazione e, come sempre,  in ogni situazione di conflitto sociale.

UNITI/E CONTRO LA REPRESSIONE,
OCCUPAZIONE E AUTOGESTIONE.

 MILANO:CONTRO LE PELLICCE, DENTRO BURBERRY

Sabato 10 Novembre abbiamo dato il nostro piccolo contributo alla campagna contro la vendita di pellicce da Burberry in occasione di una due giorni di azione internazionale. Abbiamo invaso la boutique Burberry Brit in corso Venezia urlando, non per dare, come alle volte si pensa ancora in modo antropocentrico, “voce agli animali”, ma per usare una pratica che nel suo travalicare il limite del linguaggio (attribuito al razionale umano) ci ri-colleghi agli altri animali e vada così ad eliminare ogni tipologia di gerarchizzazione. Con in mano cartelloni abbiamo lanciato coriandoli e volantini per mostrare la crudeltà che si cela dietro alle pellicce ed esprimere il nostro disgusto verso un'industria, quella della moda, che sfrutta ed opprime sia gli animali non-umani, uccidendoli e mercificandone i corpi, che gli animali umani, imponendo e creando stereotipi, falsi bisogni e sfruttando la manodopera a basso costo. A Milano, una delle capitali di quest'industria, del lusso e del consumismo, lo sfoggio di cadaveri non fa altro che rientrare nelle logiche di questo sistema marcio.

Contro ogni forma di oppressione!
Per la liberazione animale, umana e della Terra!

21/11, TORINO:SI APRE IL PROCESSO NO TAV (PRESIDIO MUSICALE DAVANTI AL TRIBUNALE DALLE ORE 9)

Il  mattino del 26 Gennaio 2012 un’enorme retata preconfezionata dalla Procura di Torino e condotta da centinaia di agenti delle forze dell’ordine con svariate perquisizioni in tutta Italia , ha portato a 26 custodie cautelari in carcere, svariate denunce e pesanti restrizioni per le imponenti manifestazioni di dissenso al TAV avvenute 6 mesi prima. La sproporzione delle dure restrizioni rispetto ai fatti di cui siamo accusati, è solo uno degli aspetti che ha svelato dall’inizio la natura dell’attacco politico! Le imputazioni sono varie ma genericamente quelle di “lesioni, resistenza , violenza ecc”:i crimini che la magistratura e polizia utilizzano quando attaccano per reprimere manifestazioni e scioperi, come è avvenuto per esempio dalle mobilitazioni contro il G8 a Genova nel 2001 al “non” cantiere di Chiomonte. Tra gli scopi dell’inchiesta vi è il tentativo di indebolire il movimento NO TAV (visto da sempre con timore dai vari Governi e padroni ), dividere i manifestanti in buoni e cattivi e cercare di impaurire chiunque protesti date le ampie mobilitazioni in corso: per questo un attacco a uno è un attacco a tutti! Infatti, il periodo degli arresti avviene in un momento di varie lotte nel paese:in particolare le resistenze di operai e lavoratori, il movimento dei cosiddetti forconi e dei pastori sardi, le manifestazioni dei tassisti, agricoltori e vasti settori sociali contro le proposte di strangolamento economico e tassazioni varie del Governo. Momenti di lotta che potrebbero rafforzarsi reciprocamente ed è perciò che attacchi repressivi come questo vorrebbero fungere da monito per qualunque forma di dissenso scomoda. Parallelamente, inizia una campagna politico-mediatica denigratoria e mistificatoria a senso unico, dando spazio quasi interamente agli accusatori, contro noi imputati-e, raffigurati-e addirittura come infiltrati nel movimento NO TAV e tesa a personalizzare  insistendo sul fatto che molti-e di noi non siamo della Valsusa e che vi sono imputazioni per fatti specifici e circoscritti ma noi tutti sappiamo bene che “gli infiltrati” sono le forze di polizia che hanno occupato la Valsusa e li riteniamo responsabili della devastazione della valle e delle torture ai danni dei manifestanti NO TAV. Dalle prime ore degli arresti e fermi inizia una risposta in solidarietà al pesante attacco a noi e al movimento NO TAV riassunta nel bellissimo slogan:“La Valle non si arresta: liberi tutti“. Dalle assemblee in Valsusa, negli spazi sociali e nelle scuole, ai presidi fuori dalle carceri, ai cortei e blocchi stradali in tutta Italia con alcuni casi anche all’estero. Oltre a mostrare la vicinanza a tutti-e noi (e non è poco) ha fatto e continua a far rivivere le ragioni della protesta. Da anni il movimento NO TAV si batte contro questa opera costosa, dannosa, nociva e utile solo ai padroni:la devastazione ambientale che provocano i lavori per l’opera è enorme, tra l’altro le montagne della zona sono amiantifere; la linea sorge sui terreni  espropriati ai contadini dove la non accettazione di compensazioni economiche (comunque sempre al ribasso) dei valligiani dimostra ancora una volta la compatta contrarietà all’opera e la non rassegnazione;  la tanto propagandata necessità di una mobilità più fluida è una finzione infatti è provato che quelle tratte viaggerebbero a treni semi vuoti oltre che a costi enormi, mentre  l’esigenza di mobilità per i pendolari in tutto il paese rimangono come sempre inascoltate; i fondi necessari per la realizzazione sono sottratti alla sanità, alle scuole (che si fottano le scuole, n.d.r.), al risanamento ambientale mentre vengono imposti tagli ulteriori al sociale (si stima che l’opera verrebbe a costare circa 1300 euro per ogni famiglia);  il tutto in un territorio sempre più militarizzato che ricorda gli scenari propri dell’occupazione militare nei teatri di guerra come nel moderno apartheid della Palestina. Nel concreto, l’ampiezza di questa lotta continua a dimostrare che non è solo un treno in questione. Di fatto, viene messo in discussione, nelle più svariate forme, il modello criminale economico sociale in cui viviamo che crea guerre, miseria e  sfruttamento, razzismo, disastri ambientali ecc. Inoltre le decisioni prese sempre sulla testa delle persone lasciando sempre più inascoltate le esigenze reali della popolazione per garantire come sempre il tornaconto ad una cricca di speculatori e affaristi. Nell’infinità di processi e forme di repressione, come le centinaia di fogli di via che continuano ad arrivare ed attuati contro le varie forme di resistenza in Valsusa e non solo, il 21 Novembre ci sarà l’apertura del processo, visto da tutti-e noi come un processo politico! Abbiamo scelto il rito ordinario e quindi di andare al dibattimento (ad eccezione di uno solo), per non concedere nessun arretramento sulle nostre posizioni e motivazioni che come molti altri ci portano a lottare con e per la Valsusa abbracciando il movimento NO TAV. Siamo consapevoli che questa posizione non beneficerà di alcuno sconto dalla controparte, che anzi, manterrà vivo l’accanimento dimostrato fino ad oggi. Nonostante la nostra eterogeneità (elemento proprio delle lotte di massa e potenzialmente una ricchezza) e le varie “impostazioni” che useremo  in Tribunale, difenderemo il carattere unitario e condiviso di quelle giornate e la legittimità delle varie pratiche di lotta adottate così come ha sempre fatto il movimento NO TAV. Allo stato attuale tre di noi si trovano ancora in stato di detenzione:due in carcere e uno ai domiciliari. Queste differenziazioni e accanimenti continui li riteniamo inaccettabili dato che le loro condotte non sono sicuro state diverse da quelle adottate da tutti-e. Si parte e si torna insieme! Ora e sempre NO TAV! Ora e sempre resistenza!

TRIBUNALE DI TORINO (CORSO VITTORIO EMANUELE II)
Mezzi "pubblici" che passano in zona:Metro Fermata Porta Susa, Bus Star 1 Fermata su Via Falcone-Borsellino, Bus 56 e Tram Linea 16 Fermata 595 e 646 Piazza Adriano - retro del tribunale. Tram Linea 9 e bus 68 & 55 su C.so Vittorio Emanuele, Fermata Falcone-Borsellino.

martedì 13 novembre 2012

NON UN GRATTACIELO
(Comunicato da El Paso occupato, Torino)

«Rilancio dello sviluppo. Sicurezza. Riqualificazione del territorio»…Ma quanto sono belle, caste e pure, queste parole che riecheggiano melodiose da una periferia all’altra di questa città, come pure da una sponda all’altra di tante metropoli in Europa! Da Berlino a Barcellona, da Parigi a Roma, passando per Torino, in questo scenario d’inizio millennio, sembra imporsi, ineluttabile, la necessità di virtuosistiche trasformazioni urbanistiche. Parole d’ordine:sottomissione alle leggi del mercato e del consumo, annientamento della diversità, controllo sociale. E a tal proposito «non solo un grattacielo», recita in un moto di franchezza il sito della Regione Piemonte dedicato alla “vendita promozionale” della propria futura dimora. Un bel grattacielo, 42 piani di morbidezza, con tanto di parco pensile come attico. Un bell’oggettino, che ognuno non potrà esimersi dall’ammirare, da qualsiasi direzione si giunga. Un nuovo simbolo in città, verticale, potente, quei 209 metri di vessillo d’arroganza spudorata del potere, di cui sentivamo tanto la mancanza…320 milioncini di euro. Un vero e proprio dono, e per nostra fortuna forse il più alto d’Europa, meno male più alto del grattacielo della S. Paolo, ora in corso d’opera nei pressi della stazione di Porta Susa! E sempre dal sito della Regione, la medesima segue a dar spettacolo di sé, informando la popolazione che ben presto tutta l’area verrà trasformata, grazie alla riqualificazione, in un nuovo catalizzatore della vita cittadina. (Ovvero, del come le attuali frontiere del controllo sociale, passino attraverso processi di riprogrammazione urbanistica e architettonica del territorio!). Porgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti allo studio dell’architetto Fuksas, che per la modica spesa di 20 milioni di euro (così solo per continuare a dare i numeri), non solo progettò il palazzone, ma a quanto pare ridisegnò anche tutta l’area circostante. E così, questa avventurosa impresa, concepita da un’idea di Ghigo nel lontano 2001, passata attraverso la Bresso nel 2005, che sembrava destinata a naufragare definitivamente nel 2010 causa tagli del Governo e della nuova giunta Cota, si è infine concretizzata con l’inaugurazione del suo cantiere, avvenuta il 30 Novembre 2011. Da circa un anno, l’invasore si trova nella nostra zona, Mirafiori-Lingotto, a circa 200 metri da El Paso, la casa che occupiamo e che il prossimo 5 Dicembre compirà 25 anni di r/esistenza. Alla medesima distanza dal cantiere, adiacente a Via Passo Buole, si trova un lembo di verde di proprietà delle ferrovie, anch’esso occupato da alcuni abitanti di zona e adibito ad orti collettivi, feste, grigliate, spazio dove i bambini vanno a giocare…Dal Maggio scorso i lavori sono iniziati a pieno ritmo. Siamo appena alle fondamenta del mostro. Le ruspe, per tutta l’estate, divorano 95 mila metri quadrati di terra. Tra l’altro, giusto per conservar memoria dei luoghi in cui viviamo, proprio su quei 95 mila metri quadrati di terra sorgeva un tempo la tenuta di Villa Robilant, occupata e autogestita per un periodo di 5 anni, nel secondo dopoguerra, dagli operai Fiat abitanti della zona. Fu, davvero, il cuore pulsante del quartiere, tra sale da ballo e comizi, e chissà, forse proprio per questo, sgomberata e demolita in un sol giorno (col pretesto del ritrovamento di alcune armi al suo interno) per mandato della stessa Fiat, che ne divenne la proprietaria. Vecchie storie, forse. Torniamo al presente. Al momento, camion e mezzi pesanti trasportano incessantemente macerie fuori dal cantiere, invadendo pericolosamente le strade adiacenti e intasando il traffico. A breve dovranno far passare, assai ingombranti e minacciose, le betoniere. Per forza di cose, come prevedibile, si impone sin d’ora la necessità di alcune opere di urbanizzazione e infrastrutture, tese a modificare l’attuale viabilità, al fine di rendere facilmente fruibile l’area e assicurare un’adeguata funzionalità all’edificio. Così, per trovare soluzioni all’uopo, lo scorso primo Ottobre, si è riunito il consiglio circoscrizionale del quartiere, con la partecipazione dell’assessore al bilancio della Regione Piemonte, la signora Giovanna Quaglia, e del coordinatore alla viabilità Massimiliano Miano. In questa sede – ma di ciò non siamo certi/e, ché non siam soliti frequentar certi postacci – potrebbe essere stata rilanciata la proposta dell’abbattimento del muro di cinta di El Paso, come pure l’asfaltazione degli orti, per fare largo a un piccolo raccordo stradale a sud del cavalcavia di Via Passo Buole. Il giorno dieci Ottobre, esce un articolo su La Stampa che menziona questa imminente possibilità. Ma solo due giorni dopo, sempre attraverso La Busiarda, appare un articolo di smentita. Di certo sappiamo, che l’allargamento di tale strada, con conseguente scomparsa del muro di cinta e del cortile di El Paso, era già in previsione dal 2005, inserito nel programma di riqualificazione pro Olimpiadi 2006. Siamo nel 2012 e ci teniamo a chiarire:non siamo mai stati, non siamo, mai saremo, disposti né al mercanteggio, né al ricatto delle nostre esistenze. Riqualificazione, rilancio dello sviluppo, sicurezza:non accetteremo alcuna imposizione, né presteremo in alcun modo il fianco ad alcuno dei vostri mortiferi progetti. Anzi…

Contro la vostra famelica rapacità, le betoniere, i vostri alienanti centri commerciali, le vostre città-galere ad alta velocità:difenderemo il nostro territorio…Non solo un muretto, non solo un orto, ma ciò che rappresentano:la possibilità di chi vive un territorio, un quartiere, di decidere come farlo senza essere in balia di speculatori, politicanti e dei loro sbirri.
Mirafiori-Lingotto, 6 Novembre 2012
El Paso Occupato
LIBERATI 1.600 VISONI IN SVEZIA

Il comunicato


"Nelle prime ore della mattina del 1° Novembre circa 1600 visoni sono stati liberati fuori Skara, in Svezia. Questi animali innocenti erano condannati a morte, per cui li abbiamo liberati. I visoni nascono in gabbie di metallo molto piccole dove vivono una breve vita fatta di noia totale e disperazione. Il visone è un animale acquatico che vuole nuotare e vivere buona parte della sua vita in acqua. Immagina soltanto di essere costretto a vivere in una gabbia di rete metallica quando la tua vita naturale consiste principalmente nel nuotare. Dopo 6 mesi è tempo di morire. Viene fatto nel modo più fascista, ovvero con il gas. Gli allevamenti sono in realtà campi di morte, con migliaia e migliaia di vittime innocenti. Alcuni crudeli bugiardi, sfruttatori di animali di ogni tipo, diranno, e hanno già detto “questa è crudeltà animale” - sì, ironicamente loro dicono che liberare animali dalla crudeltà è crudele. Il portavoce dell'organizzazione degli allevatori da pelliccia svedesi, il vergognosamente ignorante Johan Dalén, lo ha detto con serietà contrita:Soffriranno tutti, e quasi tutti moriranno di fame, nella natura. Per rispondere seriamente:il 100% dei visoni soffrono nell'allevamento. Il 100% moriranno nell'allevamento, se non vengono liberati. Molti visoni riescono a sopravvivere in natura. A Johan diciamo:non fingere che ti importi delle vite dei visoni quando in realtà guadagni tutti i tuoi soldi dalla loro morte. Se i visoni crescessero in salute nelle loro gabbie non scapperebbero fuori in meno di un minuto come hanno fatto quella notte. Meglio che tu non dica altre menzogne, Johan Dalén. In Svezia c'è una popolazione di visoni perchè la gente ha liberato visoni e questi sono riusciti a sopravvivere. Non erano qui fino a circa 90 anni fa. Ma il clima è adatto per i visoni qui, e non hanno mai causato l'estinzione di altre specie, né alcun “collasso ecologico” locale come dicono alcuni che odiano gli animali. Solo gli umani sono riusciti a fare questo! Dopo meno di 100 anni di allevamenti, i visoni hanno chiaramente conservato i loro istinti. Ci vuole molto di più per soggiogarli. Non c'è bisogno di essere molto intelligenti per capire che i visoni sono forti abbastanza per sopravvivere. Il fatto che ci siano molti visoni selvaggi in Svezia ne è la prova. Non lasceremo passare sotto silenzio le menzogne di Johan Dalén. Vogliamo anche incoraggiare i media a fare delle ricerche serie sugli animali e i visoni in libertà, e non solo a citare le bugie degli sfruttatori. Questa azione è stata realizzata all'alba della Giornata Mondiale del Veganesimo. Il Veganesimo non dovrebbe significare stare seduti con i propri amici vegan mangiando vegan burgers ed essere fieri di NON uccidere lo stesso numero di animali di una persona media. Ovviamente va bene essere Vegan e motivare altri a DIVENTARE VEGAN, ma il Veganesimo può essere davvero potente solo quando tu agisci direttamente – liberando gli animali. Aprendo anche solo UNA gabbia puoi cambiare una vita per sempre. Portando un animale alla libertà salvi il mondo intero – per quell'animale. Non lasciare che la tua stessa paura o qualcos'altro si metta tra te e la libertà e la vita di un altro animale. Questo non è giusto. Apri le gabbie.

Djurens Befrielsefront, Swedish A.L.F.
E' uscito il #4 de  L'Innocenza Del Divenire 
("Libera sperimentazione dell'ignoto contro il dominio")

All'interno
- Carceraria
- Non bastano le galere per tenerci chiusi
- Pena come...
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LETTERA DAL CARCERE DEL PAGLIARELLI (PALERMO)

CIAO CUMPA',
A COSTO DI ESSERE RIPETITIVA, CREDO SIA IMPORTANTE PARLARE DEL CARCERE PAGLIARELLI PERCHE' C'E' BISOGNO DI FAR USCIRE TUTTA LA SERIE DI INFAMIE CHE AVVENGONO COSTANTEMENTE. IL PROBLEMA SANITA' COME IN OGNI FOTTUTA STRUTTURA D'ANNIENTAMENTO, E' IL PRINCIPALE. POCO TEMPO FA LE GUARDIE FECERO RAPPORTO DISCIPLINARE A ME CON ALTRE DUE RAGAZZE SOLO PER AVER INSISTITO SUL MANDARE UNA DI NOI ALL'OSPEDALE PER LE ADEGUATE CURE MEDICHE MOLTO SPESSO INESISTENTI O ADDIRITTURA SBAGLIATE. QUEL GIORNO, IN UN BEL PO', CI METTEMMO A DISCUTERE SU QUESTO PROBLEMA CHE COINVOLGE TUTTE E COME RISPOSTA LE GUARDIE MINACCIARONO TUTTA LA SEZIONE (COMPRESE PERSONE CHE NON ERANO PRESENTI) CON IL RAPPORTO DISCIPLINARE CHE POI FU DATO A ME ED ALTRE DUE PER AVER INSISTITO! IL METODO CLASSICO:COLPIRE TUTTE PER DIVIDERE “BUONE” DA “CATTIVE”. LA CONOSCIUTA TECNICA INFAME DEL DIVIDIT ET IMPERA. OLTRE A MINACCIARCI ANCHE PER UNA MINIMA STRONZATA DI RAPPORTI O DI BOTTE ORA CI SI METTONO PURE CON IL METODO DELLE DENUNCE! QUESTI BASTARDI NON SOLO FANNO SCHIATTARE NEGANDO LE CURE ADEGUATE, MA PURE CI FAN CREDERE DI AVER TORTO DENUNCIANDO SIA PER “PROCURATO ALLARME” QUANDO SI CHIAMA LA GUARDIA PERCHE' C'E' CHI STA MALE (AD ESEMPIO UN CASO IN CUI NON HANNO APERTO LA CELLA CON UNA RAGAZZA ACCASCIATA A TERRA) E PER “OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE” QUANDO CI SI IMPUNTA A VOLERE CIO' CHE CI SPETTA! FANCULO! (QUEST'ULTIMA NELLO SPECIFICO L'ACCOLLARONO A ME). QUESTI INFAMI USANO QUALUNQUE METODO PUR DI DIFFONDERE LA PAURA!!! OLTRE A TUTTO CIO' ANCHE LA PRESCRIZIONE DI PSICO FARMACI ALIMENTANO A SMORZARE UN MINIMO DI SPIRITO DI RIBELLIONE...CHE POI STE' GUARDIE IN CAMICE BIANCO SONO SEMPRE PRONTI A RIFILARE FARMACI “ANNIENTA-SPIRITO” (TOLTO IL FATTO CHE SIANO RICHIESTI O MENO DAL DETENUTO ANCHE PERCHE' STANCO, DISTRUTTO E PROVATO DALLA ROUTINE INTERNA) MENTRE SE SI TRATTA DI CURARE LA PERSONA PER ALTRO PROBLEMA SEMBRA DI DOMANDARE DI APRIRCI I CANCELLI!!! PORCO IL PARLAMENTO! E' NORMALE, QUESTO E' IL COMPITO DEL CARCERE, DISTRUGGERTI NELLO SPIRITO OLTRE CHE NEL FISICO. IN EFFETTI NON E' STRANO CHE IL D.A.P. CON LE CIRCOLARI DEL 24-11-11 E INIZIO GIUGNO 2012 VOGLIA AFFIANCARE AL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA QUELLO DEGLI OPERATORI SANITARI, QUESTI ULTIMI, A PARER MIO, CON IL COMPITO DI CONVINCERE IL DETENUTO ALL'ACCETTARE LA ROUTINE INTERNA (DA MOLTI LA FIGURA DI EDUCATORE, MEDICO E PSICOLOGO NON E' PARAGONATA A QUELLA DI GUARDIA E QUESTO GIOCA A FAVORE DI CHI VUOLE IL CONTROLLO DEL DETENUTO). IL D.A.P. PARLA DI AFFIANCARE QUESTE PERSONE ANCHE PER VIGILARE E INCANALARE IL PROBLEMA SUICIDI(PROBLEMA SEMPRE PIU' DISCUSSO, CHE METTE IN CATTIVA LUCE UNO DEI PILASTRI DELLO STATO), PROBLEMA CHE E', SAPPIAMO BENE, ESSERE DIRETTA CONSEGUENZA DELL'ESISTENZA DEL CARCERE STESSO...CHE POI LO STATO, OLTRE A DECIDERE DELLA E SULLA NOSTRA VITA VOGLIA E DEBBA PURE DECIDERE SULLA NOSTRA SCELTA DI VIVERE O MORIRE E' RISAPUTO (BASTI PENSARE A TUTTI I MEZZI DI CONTROLLO E OPPRESSIONE CHE QUESTO ADOPERA PER TENERCI IN PUGNO). INSOMMA ARRIVARE A CONVINCERE IL DETENUTO CHE E' IN TORTO PURE QUANDO SI AMMALA, CONVINCERLO CHE PUO' FARSI LA CARCERAZIONE ACCETTANDO LE REGOLE IMPOSTE DATO CHE PUO' ARRIVARE A BENEFICI O AGEVOLAZIONI, E' UN SISTEMA USATO DA SEMPRE E FUNZIONALE. QUELLO CHE POI SI STA APPLICANDO SONO I NUOVI MODELLI DI SOTTOMISSIONE VOLONTARIA, OTTENUTI SULLA BASE DI ESPERIENZE REPRESSIVE ACCUMULATE NEGLI ANNI, (QUESTI AFFIANCATI E/O SOSTITUITI AI METODI PUNITIVI CHE MOSTREREBBERO IL CARCERE PER QUELLO CHE REALMENTE E'). UN ESEMPIO E' LA FINTA LIBERTA' DI MOVIMENTO TRAMITE L'APERTURA DELLE CELLE IN CUI IL DETENUTO E' PORTATO ALL'AUTO CONTROLLO DI SE', DELLE PROPRIE AZIONI (QUINDI DELLE PROPRIE EMOZIONI)QUINDI PORTATO AD EVITARE COMPORTAMENTI OSTILI AL REGOLAMENTO IMPOSTO, SAPENDO, APPUNTO, DI ESSERE COSTANTEMENTE OSSERVATO DAI MILLE OCCHI ELETTRONICI MONTATI IN QUESTI CASI. SI PENSI ANCHE AL RUOLO DELLA GUARDIA VISTA SEMPRE PIU' IN VESTE DI CROCEROSSINA DAL SORRISO FACILE (ALMENO NELLE SEZIONI FEMMINILI), DI COLEI CHE “ASSISTE”, DELLA PERSONA CON CUI POTER SFOGARSI E NON PIU' PER QUELLA CHE REALMENTE E', COLEI CHE CONTROLLA...LA PARTE OPPOSTA DEL DETENUTO, IL NEMICO (NON PER NULLA CHI ESEGUE SERVIZIO PASSA PRIMA PER CORSI DI PSICOLOGIA). CON TUTTA QUESTA SERIE DI METODI ACCETTA-CARCERE (E NON L'ARMA BIANCA, MAGARI EHEHE) IL DETENUTO INVECE NON SI RENDE CONTO D'ESSER STUDIATO COSTANTEMENTE NEI SUOI MOVIMENTI, NELLE SUE AMICIZIE, NELLE SUE ABITUDINI...PER ESSERE TENUTO IN PUGNO E PLASMATO A PIACIMENTO, O SE SERVE , COLPIRLO NELL'INTIMO SAPENDO TUTTO DI LUI. A PAGLIARELLI C'E' UN MOTIVO, SE ANCHE QUA, LA DIREZIONE VUOLE ARRIVARE ALL'APERTURA DELLE CELLE, AVENDO GiA' DI BASE STUDIATO, APPLICATO ED OTTENUTO CON METODI PUNITIVI LA SOTTOMISSIONE, L'ADDOMESTICAMENTO DI UNA SEZIONE, FARE IL PASSO SUCCESSIVO E' D'OBBLIGO. SE POI IN CERTE STRUTTURE VEDI PURE CHE I DETENUTI SI DANNO AL LAVORO GRATUITO (O PER USCIRE DI CELLA, PER SVAGO CHE MANCA O PER OTTENERE AGEVOLAZIONI CAPISCI BENE A CHE PUNTO DI SOTTOMISSIONE SIAMO ARRIVATI!!! I NUOVI MODELLI DI “CARCERE MODERNO” OLTRE A FAR FRUTTARE TUTTE LE IMPRESE (NON SOLO CON LAVORI DI COSIDDETTA “PUBBLICA UTILITA') E L'INDOTTO CHE GLI GIRA INTORNO E CHE PARTECIPA AL FUNZIONAMENTO DI QUESTA STRUTTURA, CREANO DINAMICHE CHE PORTANO ALL'ELIMINAZIONE COMPLETA DI OGNI FORMA DI RIBELLIONE INTERNA, ELIMINAZIONE CREATA NON SOLO DAL TIMORE, DALLA PAURA DEI CLASSICI METODI DI PUNIZIONE/CONTENTINO, MA ANCHE E SOPRATUTTO DALL'ACCETTARE IL CARCERE, LA SUA ROUTINE, SOTTOMETTENDOSI DA SE' (QUINDI ANNIENTANDO LA PERSONA STESSA) ACCETTANDO E CAMMUFFANDO QUEL DISAGIO DIRETTO CHE SI PERCEPIVA PIU' FORTE E SENZA MASCHERA IN PASSATO E CHE PORTAVA GLI INDIVIDUI A RIVOLTARSI PER NON FARSI INTACCARE LO SPIRITO, UNICA COSA CHE FA DELL'UOMO DEGNO D'ESSER CHIAMATO TALE.
PAGLIARELLI 20-10-2012.